– Vivo a Trieste da oramai quasi una settimana e mi sembra di non essere mai stato altrove. Questo microcosmo gelido ed affascinante è popolato da spettri diurni ed una meravigliosa genà di folletti notturni fantasmagorici e allegri che piovono da tutte le parti: Francoforte, Napoli, Frosinone, l’epico mondo slavo, la mistica Lucania, l’intemerato Nordafrica e la Sassonia più profonda. Se esistono, i triestini veri si nascondono benissimo, oppure sono divenuti fulcro di questo meraviglioso circo di culture e sinapsi umane che sembra sul punto di esplodere per passione ed allegria. Di colpo capisco perché qui Umberto Saba, Sergio Endrigo ed Italo Svevo, ma anche perché qui la famiglia Gaberscik no. Chi viene a sud di Sgonico per fare il burocrate ha due possibilità: o lotta per il potere fatuo del potere per il potere, o diventa uno degli eroi di una Antivienna allegra e sofferente, dolorosa e stupenda, infima e geniale, sordida e generosa, così lontana dalla volgarità umidiccia e spesso putrescente di Roma…

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