– Lo scandalo sulla sentenza contro i funzionari dello Stato che presumibilmente hanno ammazzato di botte Stefano Cucchi va al di là dei gestacci delle famiglie di coloro che hanno evitato una condanna, persino al di là delle dichiarazioni deliranti di Carlo Giovanardi. Non ci si può accorgere dal mancato funzionamento della giustizia solo quando questo crea una sentenza dolorosa ai danni dei familiari di una vittima trasformata quasi in carnefice. Del resto non conosco le carte del processo. Ma se le conoscessi, sarei più tranquillo? No. Per motivi professionali analizzo circa un centinaio di sentenze della giustizia penale, civile o amministrativa dello Stato italiano ogni anno. La quasi totalità è stata redatta da semianalfabeti, da persone che evidentemente non solo hanno scarsa conoscenza della legge, ma che hanno una difficoltà immensa nel costruire un apparato logico. Insomma: generalmente una mandria di incapaci mette insieme una caterva di dettagli senza essere capace di valutarli, senza creare concatenazioni logiche, senza dimostrare mai alcunché. I miei amici tedeschi ed inglesi credono che i magistrati italiani siano corrotti. Io credo che siano per la maggior parte incapaci, non particolarmente intelligenti, resi pusillanimi dall’esperienza della propria debolezza: in aula gli avvocati li fanno puntualmente a pezzi. Finché ci ostineremo a mettere in posizioni chiave della società (insegnanti, magistrati, banchieri, medici) persone stolide, incompetenti, insicure, arroganti ed inefficienti, nessuna legge sarà mai in grado di risolvere il benché minimo problema del Paese. Qui bisognerebbe azzerare tutto e ricominciare da capo. Altrimenti di casi Cucchi ce ne saranno migliaia, come migliaia sono i casi insoluti. In Italia manca la certezza del diritto. E su quest’onda, da vent’anni, Silvio Berlusconi ed i suoi sodali (da Dell’Utri a Prodi e D’Alema) cavalcano la distruzione delle nostre vite. E noi lì a fare il tifo o ad arrabbiarci col singolo poliziotto: che coglioni.
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