– Gli studenti massacrati in Messico. Le ragazzine rapite dai terroristi islamici in Nigeria. Gli studenti di Hong Kong che stanno per essere asfaltati. I cittadini dell’Ucraina che vivono da mesi nel terrore. La Libia brucia da quasi tre anni e nessuno sa più esattamente chi stia sparando a chi, si sa solo che si muore. In Siria le stragi vanno avanti indisturbate. In Iraq i pazzi dell’ISIS, armati dalle aristocrazie wahabite, ammazzano chiunque capiti loro a tiro. La Turchia preferisce lasciare che possano stterminare i curdi piuttosto che difendere le frontiere. In Russia, in India, in Cina, in Brasile vengono ammazzate persone su persone solo perché ritenute ingombranti. In Argentina una dittatura mai dichiarata affama ancora una volta il Paese. Nell’isola di Idjwi mercenari del Katanga, del Rwanda, del Kenya, delle multinazionali delle commodities, inseguono e sterminano le popolazioni inermi in fuga. Angela Merkel lo ripete da oltre due anni: siamo sempre più vicini ad un’escatologica guerra mondiale. La Goldman Sachs e gli hedge funds affossano gli ultimi scampoli dell’industria dovunque questa (come in Italia) venga lasciata indifesa. Grecia, Portogallo, Italia, Francia, Repubbliche Baltiche, tutte nazioni quasi in ginocchio. Ovunque gli spazi di libertà vengono umiliati, repressi, cancellati, derisi. La popolazione perde il lavoro dopo aver perso la coscienza dei propri diritti e doveri di cittadini, accettando di essere ridotti a consumatori e spettatori. Spettatori del proprio stesso sterminio. Come i tonni nella tonnara, i più grossi ammazzano i più piccoli, credendo che così scamperanno ai ganci dei pescatori. Sono così stanco, deluso, triste, impotente. Ci scriviamo su queste pagine elettroniche e crediamo di esserci vicini. Ma sono qui, nella mia cameretta, solo, e non so cosa fare. Non so cosa fare. Ma ci deve essere qualcosa, devo spremermi le meningi. Ma anche il cuore. E non devo chiudere gli occhi, come preferiscono fare quasi tutti. Quando verranno a prendermi voglio guardarli in viso.
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