– Gli abitanti in Italia continuano a diminuire. Si fanno pochissimi figli (abbiamo una saldo negativo delle nascite) e nel 2013 94mila italiani hanno lasciato il nostro Paese e sono andati ufficialmente a lavorare e vivere altrove – soprattutto nel Regno Unito. Se si contano coloro che sono partiti ma hanno mantenuto il domicilio in Italia la cifra raddoppia. Contando i regolari ed i clandestini, gli immigrati dall’estero non arrivano a 50mila. Il risultato: a) la nostra agricoltura soffre, perché non abbiamo sufficiente forza lavoro per la raccolta e la distribuzione; b) il commercio soffre, perché ci sono sempre meno persone che comprano; c) il manifatturiero soffre, perché ci sono sempre meno lavoratori a disposizione e viene prodotto sempre meno per un numero decrescente di lavoratori; d) il settore immobiliare soffoca; e) le tasse devono crescere, perché lo Stato deve mantenere gli stessi costi con un ritmo decrescente di entrate – una decrescita superiore al 10% annuo. Da un’inchiesta del CNA risulta che 9,4 giovani italiani su dieci si rifiuta di fare un lavoro che non sia in ufficio o nella ristorazione. Secondo il CNA i posti liberi non occupati alla fine del 2013 erano circa 315mila. La contrazione ha contribuito al fallimento di oltre 100mila attività commerciali. Tra i vari effetti terribili di questa situazione c’è la riduzione drastica del finanziamento delle forze di Polizia, che ha portato ad un aumento pazzesco della criminalità e della microcriminalità. Secondo il SIULP il 72,5% di coloro che commette atti criminosi è di cittadinanza italiana, il 16,5% viene da altri paesi dell’Unione Europea, il 10,9% si compone di immigrati africani o asiatici, regolari o non. Quindi abbiamo bisogno, subito, di più immigrati dall’Africa. Subito. Altrimenti la spirale della crisi continuerà a peggiorare, perché ci vogliono tre africani laboriosi per mantenere un nullafacente italiano. Ed ancora siamo in una situazione in cui i nonni pagano le spese dei citrulli. Ma abbiamo un problema serio di organizzazione e di socialità. Gli immigrati clandestini arrivano in situazioni disperate, di stenti e malattie, non hanno nessuna qualifica professionale (la maggior parte di loro) ed ovviamente sono infiltrati da elementi che poi vanno ad ingrossare la criminalità organizzata. Non sappiamo dove metterli, non sappiamo come avviarli ai posti di lavoro disponibili, non sappiamo come fare ad aiutare la loro integrazione. Aiutare la loro integrazione significa (come fanno in Germania) aiutarli a sentirsi italiani. Non costruire più moschee, ma dare loro la sensazione di far parte di una grande comunità della quale possano essere orgogliosi. I partiti politici, da quelli di estrema destra come la Lega Nord ed i Grillini, a quelli moderatamente fascisti come il PDL ed il PD, continuano a trattare la questione del bilancio della forza lavoro come una variante indipendente dell’economia. I deliri sull’articolo 18 mostrano come i nostri politici non abbiano capito nulla e soprattutto ci tengano a fare in modo che la nostra popolazione si senta tranquilla e vezzeggiata quando non capisce nulla e sputa sentenze ignoranti e razziste. Abbiamo bisogno di un sistema efficiente di filtro. E non possiamo occuparci di quei milioni di giovani italiani che preferiscono lavorare in un call center piuttosto che tornare alla terra o imparare un mestiere a bottega. Come in Germania, nel Regno Unito o in Scandinavia, bisogna offrire il lavoro che c’è, non quello delle favolette. Bisogna rafforzare VERAMENTE la polizia, non per picchiare chi passeggia alle manifestazioni, ma per frenare la criminalità. Tutta. Italiana, marziana, venusiana, congolese, rumena, belga, eugubina etc etc etc. Bisogna riformare la magistratura. TUTTA. Perché in Italia ci sia la certezza della pena. Chi ruba, per me, non è un immigrato o un italiano, è un bandito da cui devo essere difeso. Ma naturalmente parlo al muro, non è vero?

Lascia un commento