– Beppe Grillo, in un’intervista al quotidiano genovese “Il Secolo XIX” (aggiungo io, uno dei migliori quotidiani italiani), annuncia la sua cooperazione con il fiscalista Vittorio Uckmar. Grillo se ne vanta e spiega che sarà Uckmar a disegnare la nuova finanza ed il nuovo sistema fiscale italiano. Prima considerazione, sei mesi fa Uckmar era un fondamentalista del governo Monti che diceva che bisogna pagare e tacere (lindipendenza.com/uckmar-evasione-rendite/), quindi ci pare coerente da parte di Grillo quello di prendere il fiscalista più “di destra” che c’è sul mercato e fare proprie le sue idee. Ma questo non basta: in un Paese che dimentica oggi ciò che è stato sei mesi fa, è necessario ricordare più precisamente chi sia Vittorio Uckmar, uno dei genovesi più potenti degli ultimi 50 anni. Per tantissimi anni è stato colui che verificava e certificava (da solo) i bilanci delle squadre professionistiche del calcio italiano. Ma queste sono inezie. Per decenni il suo studio fiscale è stato il corrispondente italiano della Fidinam di Tito Tettamanti (e per questo motivo diverse volte il suo nome, quello di Uckmar, è apparso nelle carte delle inchieste di Tangentopoli). Chi sia Tettamanti, ovviamente, oggi non lo sa più nessuno, anche perché questo ticinese di 83 anni nel frattempo ha sposato una donna giovanile ed intelligente e si è spostato a Montecarlo, dove sta passando i suoi ultimi anni in pace ed è scomparso dalle pagine dei giornali, a parte qualche apparizione politica in Svizzera quando prende posizione su qualche referendum. Tito Tettamanti è colui che ha fondato la Fasco AG di Vaduz, la società di Michele Sindona con cui il banchiere, fino al caffé che lo spedì al creatore, gestiva gli affari della mafia dei Due Mondi e del Vaticano. Tito Tettamanti, da ministro ticinese, venne colto sul fatto e costretto a dimettersi per corruzione. Tito Tettamanti è stato coinvolto (come maggiore azionista) nella bancarotta della Weisskredit Bank e di altri istituti bancari ticinesi, tutti legati con il contrabbando. E’ stato coinvolto nelle inchieste sulle forniture d’armi al regime argentino, nelle inchieste sui greenmail (una sorta di ricatto finanziario) alla United Airlines ed altre grandi compagnie americane, attraverso la sua società sono passate la maggior parte delle tangenti dello scandalo Enimont, persino Berlusconi e i clan di maggiore tradizione della mafia siciliana e del traffico di rifiuti tossici internazionali sono passati per le sue stanze. Tito Tettamanti, per oltre 40 anni, è stato l’uomo che risistemava i problemi finanziari ed aiutava in quelli giuridici tutti coloro che, in Italia, ne avevano davvero bisogno. Tracciare una linea che lega Beppe Grillo a Tito Tettamanti significa per me non solo confermare ciò che temevo (ovvero che Casaleggio & Associati sia un’organizzazione di estremismo di destra pericolosa e molto più aggressiva di una sgallettata come Alessandra Mussolini o di un ladro di polli come Storace), ma significa inserire (l’ignaro, credo ancora) Beppe Grillo nello stesso Gotha della storia italiana in cui seggono Licio Gelli, Giulio Andreotti, il cardinale Marcinkus. Ciò non di meno tantissima brava gente gli crede e si batte per lui. Non so dire se ho più pena per costoro o schifo e paura per ciò che Casaleggio e Grillo faranno una volta dovessero riuscire ad entrare nelle stanze dei bottoni – e ci riusciranno, se i loro avversari sono vecchie zitelle come Bersani o vescovi balbuzienti di sette religiose oramai estinte come Ingroia. Lo dico da mesi, e non da solo. Si rivota prima di natale, con il paese stremato, in ginocchio, sull’orlo della Guerra Civile – e tutto perché la gente per bene, per pigrizia e superstizione, continua a votare a cazzo e ad impedire la creazione di movimenti politici veramente nuovi ed indipendenti.  ilsecoloxix.it/p/italia/2013/02/08/APD9qzgE-grillo_mesi_rivota.shtml

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