– Grazie Giovanni Salonia. “Il Fatto Quotidiano”, il quotidiano dei grillini. lo leggo molto di rado, se non lo avessi segnalato tu non me ne sarei accorto. L’articolo ha qualcosa di mostruoso e spiega benissimo l’accordo che Bersani, Monti e Berlusconi hanno raggiunto sul sistema bancario: rafforzare la Banca d’Italia come garanzia (verso l’estero, soprattutto) della solvibilità del nostro Paese. Dovremmo esserne contenti? Guardate la composizione della proprietà azionarioa di Banca d’Italia (che NON appartiene allo Stato) e vedremo: Intesa Sanpaolo 30,3% (50 voti), UniCredit 22,1% (50 voti), Assicurazioni Generali S.p.A. 6,3% (42 voti), Cassa di Risparmio di Bologna 6,2 % (41 voti), INPS 5,0% (34 voti), Banca Carige 4,0% (27 voti), BNL Banca Nazionale del Lavoro – Paribas 2,8% (21 voti), MPS Monte dei Paschi di Siena 2,5% (19 voti), Cassa di Risparmio di Biella e Vercelli 2,1% (16 voti), Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza 2,0% (16 voti). Insomma, la Banca d’Italia è controllata dalle banche che dice di voler controllare. E se la Banca d’Italia scopre un buco grave, chi è che paga, garantendo per il sistema bancario? Lo Stato, cioé noi, secondo un accordo siglato durante il governo D’Alema da maggioranza ed opposizione all’unanimitá ed ora rafforzato dal governo Monti. E noi andiamo a votare questa roba, ovvero la nostra democratica (e cieca) rinuncia ad ogni controllo democratico.
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