– Di programmi non se ne parla, e si fa bene. Chi ha la memoria storica più resistente di quella di un pesce rosso non ha bisogno di sentirsi dire cosa mai il Governo Letta sarà chiamato a fare. La lista di ministri e sottosegretari è, come ai tempi della DC, l’unico argomento di diatriba. Ma stavolta quella lista parla molto più di mille pagine di promesse: stabilito il fatto che: a) Berlusconi ed Andreotti, per motivi diversi, non possono e forse non vogliono farne parte; b) che il prefetto Manganelli, gli ex capi dei servizi Broccoletti e Finocchi (sic!), Francesco Cossiga, Bettino Craxi e Pietro Longo sono impediti da impegni inderogabili in cielo; c) Cicchitto, Gelmini, D’Alema, Letta stesso, Saccomanni, Brunetta, Fassina ed Amato non mancheranno, resta solo un punto incomprensibile. Una vergogna, uno scandalo, un’ingiustizia, una scelta disumana. Perché mai Licio Gelli, padre e creatore, ispiratore politico e di vita, padrino e sponsor finanziario di tutti costoro, non ha un ministero? Perché Emilio Fede non è candidato almeno ad un posto di sottosegretario? Oppure siamo ancora alla semifinale: Travaglio, Santoro, Casaleggio (o chi li comanda), Gelli, Uckmar, Cerroni ed i padrini della burocrazia amministrativa statale saliranno al potere subito dopo. Dopo che la crisi avrà spazzato via costoro che sono una sorta di nazionale dell’orrore degli ultimi 30 anni di vita politica italiana. In confronto al potere in mano a D’Alema, Berlusconi e gli altri piduisti e vaticanisti, perfino la dittatura fa meno paura. Gaber commentava sarcastico: “E pensare che c’era il pensiero”. Siamo oltre, troppo oltre. Questo governo sarà un’umiliazione fisica, personale, intima, cocente e senza redenzione dell’intero popolo italiano. Ci mostrerà per secoli per ciò che siamo: una banda di coglioni ignoranti, volgari , gretti e disonesti, e soprattutto SERVI.
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