– La percezione della solitudine è così profonda, che nemmeno la carezza del braccio più lungo può toccarla. E’ eterna, calma e lucente come i ghiacciai del Polo. Ma come questa crolla in pochi secondi al calore della speranza, che distrugge tutto ciò che è vivo e spirituale ed eterno e perfetto. Giacomo Leopardi e Giorgio Gaber ce lo hanno ripetuto milioni di volte, l’oceano insensibile e demente dell’umanità in cui il gelo si mortifica li ha definiti: pessimisti della ragione. Mi glorio invece di appartenere alla loro vera passione: l’illogica speranza. La certezza dell’amore e della sua ineluttabile solitudine. Leggete in proposito la meravigliosa descrizione di Carson McCullers in “La Ballata del Caffé Triste” (Edizione tascabile Einaudi, Torino 2013, pagg. 28-30). E poi abbracciate il vostro orso, come imparò ed insegnò “Shantaram”. Siate ginestra, non gerani. Coraggiosi, non pusillanimi.

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