– Una giornata delirante, incredibile. Papa Francesco, naturalmente da comunicatore quale è, invita il Presidente di Israele ed il Presidente di Palestina a pregare insieme a lui a Roma. Badate bene, il Presidente della Palestina – e così riconosce finalmente il diritto dei palestinesi ad avere una propria casa. Degli assassini attaccano un Museo Ebraico a Bruxelles, mostrando che l’antisemitismo non ha nulla a che vedere con il dibattito sulla Palestina. L’antisemitismo è quella malattia odiosa e cancerosa che identifica in un popolo il simbolo della propria incapacità di essere sani, equilibrati, umani, costruttivi, civili. In Ucraina muore un fotografo italiano, rimasto incastrato negli scontri fra filo-russi e nazionalisti ucraini. Due orde barbariche che si straziano senza pietà ed hanno solo un elemento in comune: il disprezzo per la vita umana e per l’ebraismo. Alle elezioni per il Parlamento Europeo vincono formazioni eterogenee ed aggressive, che si dividono su tutto, tranne un elemento: il disprezzo per la vita umana e per l’ebraismo. Oggi più che mai, la ferocia contro gli ebrei è il simbolo di un’Europa che delira e che chiede sangue – un’Europa che odia l’essere umano e vede solo, affogata in un vittimismo frutto della cecità e del disorientamento, la sete di vendetta come unica strada per risolvere la propria frustrazione. L’antisemitismo è il segno della fine della civiltà. Come facciamo a fermare tutto ciò? Non lo so, non lo facciamo. Nonostante l’attacco di Bruxelles, la nostra attenzione è rivolta altrove. Non siamo in grado di andare nei Paesi dell’Est o in Grecia e cancellare con l’istruzione, la cultura o financo la Polizia l’antisemitismo militante. Ma nemmeno siamo in grado di andare in Israele a spiegare ai potenti di quel Paese che, senza una soluzione pacifica del conflitto con la Palestina, il futuro non solo non è sicuro, ma al contrario ci mostra una nuova guerra a venire.
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