– Lo ammetto. Ho avuto “Il Corriere della Sera” tra le mani ma questa intervista, nascosta in una pagina interna e lontana dalle aperture, dopo migliaia di righe stucchevoli ed in parte fastidiose sulla “grande vittoria” di Matteo Renzi nelle trattative europee, non l’avevo letta. Poi i miei amici Angelo Pappadà e Flavio Pasotti mi hanno costretto ad andarla a riprendere. Perché? Perché dice alcune verità sul semestre italiano alla guida di Bruxelles che nessuno ha il coraggio di dire. Mi spiego, cercando di essere più semplice possibile. Primo. Matteo Renzi ha annunciato che avremo più flessibilità e che avremo una valanga di miliardi da spendere senza che l’Unione Europea si arrabbi. Ma ho letto con attenzione il contenuto dell’accordo stampato sia sulla stampa tedesca che su quella olandese, sempre attente ai dettagli. La misura del 3% non la si può sfondare. Non si possono usare artifici contabili per non far apparire alcuni esborsi in una colonnina diversa da quella delle uscite (come invece preannunciava Renzi). Non è vero che il rientro di bilancio sia stato spostato dal 2015 al 2017. Insomma non é cambiato NULLA di NULLA. C’è solo una frasetta che dice che, nel far rispettare le regole, si cercherà di essere più ragionevoli. Cosa vuol dire? Vuol dire che si accetteranno nella colonnina delle entrate anche soldi che non sono ancora entrati, ma che certamente entreranno. Ricordatevene, perché alla fine del ragionamento capirete dove sia la fregatura. Secondo. A causa dello sviluppo dell’economia reale, il governo Renzi si trova confrontato con un dato sconfortante: tutti i calcoli sul 2013 ed il 2014, persino i più pessimistici delle istituzioni internazionali, sono stati sconfitti al ribasso dalla realtà. Va molto peggio di quanto ci stiano raccontando da anni. Quindi i soldi in entrata previsti per il 2013, 2014 e 2015, sono troppo pochi. Mancano circa 12 miliardi per il 2014, se tutto va bene. Questo significa che, nonostante il governo Renzi stia aumentando tutte le tasse possibili, non basterà, ci sarà bisogno di un aumento dell’IVA, dell’IRPEF, delle accise, un ulteriore taglio della sanità e delle pensioni, dei servizi fondamentali (scuole, trasporti) e della sicurezza (polizia ed esercito). Probabilmente entro il dicembre 2014. Terzo. Tra le voci fondamentali annunciate troppo ottimisticamente ci sono i ricavi dalle cosiddette privatizzazioni. Lo stiamo vedendo con Fincantieri, ma si tratta di una situazione generalizzata. Dato che queste aziende sono sane, ma la proprietà è malata, si vende ad un prezzo molto al di sotto del valore reale e si trasporta parte del fatturato all’estero – quindi si incassano meno tasse da quelle pochissime aziende che ancora costituiscono la colonna vertebrale dell’industria italiana. Cosa dice Delrio? Mutualizzazione del debito. Significa: facciamo un pentolone europeo in cui ciascuno mette tutto ciò che ha come garanzia (come la Grecia, dice, quindi includendo immobili come il Colosseo, la totalità degli stake bancari ed industriali dello Stato, quindi tutto!) e vedremo che qualcuno che rifinanzi il debito si troverà bene. Delrio dice: in questo modo potremmo tagliare fino al 30% del debito. Quarto ed ultimo. Questi sono dunque i soldi non ancora entrati che entrerebbero. Se ho un milione di debito e metto due milioni di assets a garanzia, e poi non pago, i miei assets se li prendono le banche, ma il mio debito è cancellato. Delrio lo dice a chiare lettere: si potrebbe andare in default (dichiarare bancarotta) ed allora tutto ciò che appartiene allo Stato (a noi) scomparirebbe in una nuvola di fumo. Terreni, edifici, monumenti, industrie, banche, garanzie di Stato. Di colpo avremmo banche estere a gestire aeroporti, treni, autostrade, musei, tutto. Nemmeno perdendo una guerra ed in una situazione di occupazione militare altrui si ottengono altrimenti certi risultati. Di fronte a questa intervista ed al suo peso eversivo, tutte le altre buffonate del Governo Renzi smettono di far ridere. Non siamo alla fine. Siamo al giorno dopo. E chi ci governa (PD, PdL, M5S) non ha nessuna idea di cosa fare se non svendere tutto, combattere il grano saraceno o le toghe rosse. Smettete di guardare la TV e di leggere i quotidiani. Vi stanno rincoglionendo. Fate i conti, ragionate, e preparate le valigie. corriere.it/politica/14_giugno_30/con-flessibilita-ue-dieci-miliardi-l-anno-si-potra-investire-piu-e02c6020-0014-11e4-9185-2e4a12f9e1bf.shtml
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