– “Il Sindaco di Roma Ignazio Marino ha affermato a Radio 2 di aver percorso in un anno con la sua bici circa 35.000 km. Una media di 100 km al giorno (feste comprese). O va in bicicletta di notte (cosa difficile), o va in bicicletta invece di fare il Sindaco (cosa probabile) oppure non fa nessuna delle due (cosa certa)”. L’ho trovato stamani su “Il Messaggero”. Qui siamo proprio alle comiche, senza filtri. Marino aveva sfidato Bruno Vespa ad invitarlo a “Porta a Porta” per litigare sulla pulizia delle strade romane. Il Sindaco (dice lui) ciclista sarebbe andato a dire un altro po’ di bugìe in TV, che è la cosa che fà più volentieri. Ma i 35mila chilometri in bici sono la misura della sua follìa e, quindi, della sua pericolosità come lider maximo del Comune di Roma. A questo proposito, mi sono permesso di scomodare Francesco Conconi, che è stato uno dei più grandi allenatori del ciclismo professionistico degli ultimi 100 anni, l’uomo che ha allenato i fratelli Moser e molti dei più grandi campioni fra il 1970 e la fine del secolo scorso. Per chi voglia fare del ciclismo agonistico (scrive Conconi), sia giovane ed in forze, all’inizio dell’anno è consigliabile non superare i 50 km al giorno “in tenuta di gara”, e quindi non in giacca, cravatta e scarpe laccate come quel buciardo der Sindaco. Nel periodo più intenso di preparazione si sale a 100 km giornalieri (per cui servono almeno tre ore continuative di allenamento più ore di palestra, stretching etc) per poi, una volta entrati nella squadra agonistica di Merckx, Pantani, Anquetil, Gimondi e Hinault, arrivare fino a 300 km al giorno, ma solo per periodi brevissimi. Insomma, o Marino mente sapendo di mentire, oppure è completamente pazzo. Un conto è che mi prometti un milione di posti di lavoro, sapendo che non ce la farai mai, ma dopo puoi testimoniare uno sforzo o un tentativo e trovare delle scuse, un conto è, come fece Giannino, millantare di aver cantato allo Zecchino d’Oro o, come Marino, di allenarsi per la Parigi – Roubaix sul pavé di Piazza Venezia. Questa è malattia. Marino se ne deve andare.
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