– Il giornalismo è morto. Non in Italia, ovunque. Il valore economico della ricerca della verità e della sua poliedricità è zero. Bastano i comunicati stampa, che nessuno querela, nessuno si arrabbia (se non fingendo di farlo). La pubblica opinione non esiste più, non si interessa di cose complesse come la vita, ma ha sete di morte, sesso, invidia, semplificazione. Quando ero giornalista io ci si batteva per avere le notizie che nessuno aveva, ed eravamo tutti così – e non avevamo un decimo degli strumenti di oggi per fare delle ricerche. Oggi si commenta, ma non si sa. Allora si cercava disperatamente di sapere. Bisogna accettarlo? Giacomo Leopardi scriveva: “Il destino della carta stampata è di essere letta da chi la scrive o da essere scritta da chi la legge”. Ci siamo.
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