– Stefano Baratti è un uomo di cultura e di cuore. Suonare per la “sua gente” a Bologna, ieri sera, è stato salvifico e commovente. Noi eravamo terrorizzati ed insicuri, questo spettacolo così avversato dagli organismi culturali non lo suoniamo quasi mai, e l’idea di venirlo a fare in uno dei posti più belli e romantici in cui abbia mai suonato mi metteva la tremarella. Ma Stefano, Marinella, Nathan Nicola Nemo e tutti gli altri di cui oggi non riesco a ricordare il nome ci hanno fatato sentire a casa, protetti, circondati di affetto. Sul palco mi sono sentito volare, mi sono ricordato fisicamente dell’ultima volta su quel prato, dei volti di chi ci guardava. Stefano ha il dono di fare felici le persone. Ma c’era altro. Abbiamo parlato del nostro sventurato Paese, un po’ per scherzo e molto sul serio. Alcuni Grillini, come sempre, si sono messi a gridare o se ne sono andati: il simbolo del loro fallimento intimo, catestematico, impossibile a contenere. Ma noi no, Stefano. Noi avevamo, noi abbiamo, noi avremo la voglia ed il bisogno di esserci. Perché non c’è alternativa. Olga e Gianluigi mi hanno abbracciato per i 90 minuti dello spettacolo ed oltre ed oltre ed oltre ed oltre. Perché non c’è alternativa. Ci siamo sempre stati, ci saremo sempre. L’amicizia è un torrente di lava che difende il ciottolo dal gelo del mondo e lo rende una parte di un’esplosione invincibile di forza e tuono. Durante la giornata ero stato male, per fortuna ho un angelo protettore che mi rimette in piedi. Durante la giornata ho pensato che sarebbe andata male, ma Carlotta è una Dea, Emanuele è un fratello, Matteo, Michelangelo, Leonardo e Davide hanno riempito le falle, corretto gli errori, sorretto l’isteria, accompagnato la nave a riva, regalato una serata dolce, intensa, indimenticabile. Bologna, che bello. Che concerto. Forse non devo smettere, non ancora. Forse esiste un’isola di persone per bene con cui continuare, ovunque. Ma Bologna ed i laghetti di Via Arcoveggio sono la capitale dell’Isola. Vi abbraccio pieno di gratitudine.
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