5 settembre 2014 – CRONACHE DI BURU BURU – GIORNO 26, VENERDÌ
Vivere a San Marino è come esistere in una grotta dietro la cascata. Il rumore dello scrosciare dell’acqua ti insegue ovunque, e se guardi fuori non vedi nulla, tutto viene reso indistinto dalla nebbia e dal vapore . Dal nulla però oggi venivano delle grida di sofferenza ed a volte persino di entusiasmo: nei prati trasformati in risaia delle pendici del Monte Titano è scattato il Grande Campionato Sanmarinese Assoluto di Golf, al quale prendono parte i 32 migliori mazzancollari della Repubblica con un sistema preso dalla partita di croquet di “Alice nel paese delle meraviglie”. Il torneo è a eliminazione diretta, chi perde viene decapitato. Sembra disumano, ma mai crudele come la vita degli assistenti dei giocatori, che devono continuamente sfidare fulmini e saette, fango e poltiglia, per andare a recuperare le palline rotolate giù dalla montagna… tant’è che un arbitro, che nella pausa è venuto a bersi un caffè in albergo, mi ha detto che in una sola mattina ben cinque giocatori sono stati eliminati a causa della sudden death rule, la regola della morte improvvisa. Per orrore ho evitato di approfondire, naturalmente. Chi pareva interessatissima, invece, era il replicante bionico di Sophia Loren, un klingone ciondolante e tarato su un affettato accento napoletano il cui viso in berlusconio e titanio riproduce esattamente la famosa attrice italiana come sarebbe stata se a 25 anni fosse stata bruciata dalla lampada per abbronzarsi e per medicare le ustioni fosse stata spalmata di senape di gatti di Torre Argentina, quelli che sono spariti alcuni anni fa dopo che l’industria farmaceutica ne aveva scoperto il benefico effetto se torrefatti appunto in semi di senape. Il drone Loren si intonava perfettamente con le lamine di carote pressofuse in salsa di caccole di struzzo che ci sono state servite per pranzo. L’enorme messa in scena (questo straordinario prodotto della tecnologia neutronica abruzzese tanto cara alla Gelmini) era dovuta al fatto che l’Orchestra Sinfonica della Repubblica di San Marino (che è composta da tutti i locali che sappiano almeno suonare il piffero, ma sono vestiti sghicissimi come se suonassero all’Opera di San Pietroburgo) stasera e domani sera suona un concerto in onore degli 80 anni della signora Loren – un concerto diretto da suo figlio Carlo junior, nel quale verranno suonate le melodie dei film più famosi dell’attrice. Nella hall c’era un chiassosissimo gruppo di olandesi, fermatisi a ubriacarsi a San Marino di ritorno da Bari, dove, con un viaggio organizzato, avevano visto la partita di calcio contro l’Italia. Quando l’hanno vista entrare sono saltati in aria come molle, sbraitando Claudiacardinale! Claudiacardinale! Ongelooflijk! Intorno al drone volteggiano marines americani posti a protezione di questa tecnologia aliena che ora si arcignano ingufiti di fronte all’orda fiamminga. Si vede bene che sono pronti a difendere il pianeta contro i mostri dell’abisso plutoniano. Del resto, ve l’immaginate una truppa di pizzardoni sanmarinesi in divisa da canarino di peluche che si batte contro una slavina di Oranje attizzati a birra? Di colpo appare l’avvocato locale che era qui con Pippo Baudo e che mi aveva tanato per la storia del PUPU. Mi affronta subito: “Li hai portati tu questi unni scatenati?” Io mi schernisco, faccio di no con la testa, gli chiedo cosa stia cercando… “Volevo essere sicuro che stessi per andartene, questa Repubblica è troppo piccola per un pazzo scatenato come te, caro Fusi”. Ma io sono dimagrito, gli faccio. Lui nemmeno sorride. Gli dico che me ne andrò domenica, anche senza essere intinto nel catrame e coperto di piume. Mi guarda senza capire: non hai mai letto Lucky Luke, gli dico. E lui: “Non mi piacciono i romanzieri americani”. E’ un cantautore folk americano, lo contraddico. “Roba da finocchi”, mi fa, e se ne va: “Vengo a controllare che te ne vai”. Niente paura, sceriffo, domani vado a prendere un cavallo per l’Arizona. Il mio tempo qui è quasi finito, me lo sento nello stomaco. Il paese sprofonda nel caos, è evidente. Devo difendermi dai miei mostri, i miei fantasmi, le mie paure, le mie ossessioni. Devo mettere una parola fine a questo sconquasso dell’anima, andare alla radice del perché. Roy Rogers is riding tonight, scrive Bernie Taupin. Io mi ricordo, mamma, io mi ricordo. Non mi dimentico di nulla. Facciamoci vedere come va a finire.
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