– Quando uno ha la coscienza sporca dovrebbe starsene zitto. Ed io ho la coscienza sporchissima. Tanti anni fa, più di quanti mi piaccia ricordare, feci parte del nugolo di giornalisti che fece carriera grazie alle inchieste di Mani Pulite. Lo feci per narcisismo, per ambizione, per l’immenso divertimento, perché mi veniva facile, perché imparai un mestiere che ancora oggi mi fa campare, per amore del pettegolezzo… ma soprattutto perché mi stavano sulle scatole Bettino Craxi e la Democrazia Cristiana e credetti che, dato che la popolazione italiana vota sempre (ancora oggi) per chi le dà da campare e per chi le dà l’impressione che aiuterà tutti a fregare le leggi (esattamente come oggi). Quindi ritenevo che l’unico modo per dare una spallata al mondo della corruzione e della repressione fosse uno stupendo repulisti escatologico. Non ero solo a pensarla così, purtroppo. Anche il Pool Mani Pulite, a parte quelli che, molisani o no, mi sono sempre apparsi più vicini a Craxi che alla giustizia, la pensava in quel modo. Vennero colpiti solo i politici e risparmiati gli industriali, i banchieri ed i funzionari dello Stato. Per questo motivo gente come Luigi Bisignani e Primo Greganti è ancora lì a fare danni. E sono sempre più convinto del fatto che i pochi che avevano davvero le palle, come il Presidente dell’ENI Gabriele Cagliari e quello di Montedison Raul Gardini, non commisero mai suicidio, ma furono vittime di spietate esecuzioni. Il risultato di quella stagione è stato il periodo più buio della storia d’Italia dopo il decennio tra il 410 ed il 420 dopo Cristo, quando fra corruzione della burocrazia, violenza politica, crollo dei sistemi logistici e crisi economica si arrivò alla famosa rivoluzione d’Aremorica – una rivolta contadina su scala europea, soffocata nel sangue, sospinta dalla fame, dalla paura, delle umiliazioni. Parlo naturalmente degli anni del berlusconismo, il simbolo della fine dell’innocenza, gli anni in cui é stata sdoganata la volgarità, il nazifascismo, la corruzione endemica, la sopraffazione, lo sciovinismo, la criminalità. Con Berlusconi la parte peggiore di noi ha avuto libero sfogo, chiunque si è sentito di colpo in diritto di parlare di cose di cui non sa nulla, di vendersi a peso, di rubare alla luce del sole, di considerare un suo diritto la furberia più schifosa. Giornalisti come me sono complici di questo sviluppo. Per questo dovrei stare zitto. Anche perché allora, per lealtà di casta, tacqui sui colleghi strumentalizzati dai servizi segreti o che venivano pagati da partiti o aziende – e soprattutto tacqui sullo stato della magistratura in Italia. Non parlo di coloro che ebbero o ancora hanno comportamenti illegali ed illegittimi. Magari fosse solo questo, in ogni punto dell’universo esiste una proporzione uguale e costante di banditi, credo. Mi riferisco alla dilagante imbecillità, incompetenza ed incapacità, accomunata ad un’arroganza e ad un narcisismo che superava persino quello di noi giornalisti. Moltissimi magistrati italiani hanno aperto inchieste mastodontiche senza mai arrivare a portare un solo straccio di prova in Tribunale, arrestando a casaccio o solo con lo scopo di finire in televisione. Ricordo un deficiente che voleva interrogare Papa Giovanni Paolo II e Bill Clinton perché i nomi di entrambi apparivano nei nastri delle telefonate tra due contrabbandieri di orologi. Oggi questi magistrati sono passati alla carriera politica. Non essendo mai stati capaci di vincere un processo (anzi, nemmeno ad istruirlo), hanno sfruttato la visibilità mediatica per ottenere un cadreghino parlamentare o magari diventare Sindaco. Costoro, che misero in galera degli innocenti, oggi continuano a credersi al di sopra della legge. Uno di loro, Sindaco di Napoli, è stato condannato. Lui, che se la prendeva tanto con Berlusconi, reagisce ora esattamente come l’ex presidente del consiglio. Lo so che dovrei stare zitto. ma almeno sono reo confesso. De Magistris, invece, accusa i suoi ex colleghi di comportarsi come si comportava lui. Sono orripilato. Non oso leggere cosa scriva in proposito il camerata Travaglio, che certamente correrà in suo soccorso.
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