Ieri sera non sono uscito, ero troppo stanco e non avevo istruzioni precise. Per prima cosa avrei dovuto identificare che, tra gli ospiti, fosse l’emissario del Male – che a prima vista identificherei con i Taciturni e con il governo di San Marino. Ma la prima delusione arriva la mattina presto: i Taciturni sono già ripartiti. Non erano loro. Il maresciallo dei Carabinieri mi tampina, vuole che lavoriamo insieme, gli chiedo quale sia il comune interesse tra coloro che vogliono restituire San Marino alla Croazia e lo Stato italiano. Risponde che a lui non glie ne frega nulla, che lo fa solo per il proprio divertimento, che chiuso qui a dimagrire si annoia. Che mi aiuta solo per passione e per simpatia. Motivo per cui organizza due passeggiate cittadine con tutti gli ospiti presenti, dimostrando grandissime doti di organizzatore e (diciamolo) di intrattenitore. Vuole che vada anch’io, ma è impossibile. Mi ci vedete ad andare in giro per la città con un cazooka tra le mani? Durante il trattamento con Rankxerox, mentre lui piega ciò che resta dei miei arti in angoli assurdi, grufolando come un suino appena uscito da un’orgia, la musichetta alla radio si interrompe e torna nuovamente la frase in sloveno che mi impone di darmi una mossa, che la vendetta è un piatto che non fa ingrassare, insomma un’insalata di tutte le minchiate che mi erano già state trasmesse nelle ore precedenti. Al momento di pesarmi salta fuori che ho perso più di undici chili, ma allo specchio nulla sembra cambiato, in me. Non so cosa fare, non ho idea di come identificare i miei avversari, non so cosa ci si aspetti che io faccia alla improbabile caccia ai caciadroni. Sicché mi viene fame, sono nervoso, decido di richiudermi in camera mia. Ne viene fuori una di quelle giornate di sospensione che paiono eterne, fatte di tempo perso, di sole languido, di ricordi malinconici dell’adolescenza, di “avessi detto” ed “avessi fatto”. Una persona a me cara ha avuto una dolorosa perdita, ed io mi sento raggrinzire, ridurre l’anima, tanta voglia di assenza – ed il romanzo che sto leggendo fa schifo. Guardo “Saving Mr Banks” alla televisione. Un errore, perché la mia malinconia cresce, il film – davvero molto romantico – mi prende troppissimo, Emma Thompson è davvero un’attrice ed una donna straordinaria. Tom Hanks, quando non fa il buffone, lo trovo davvero bravo. E piango. Stacco il telefono, spengo la luce, aspetto che il sonno mi dia il colpo della misericordia. Mi assopisco… quando mi sveglio è ora di andare a cena. Mi attende fremente il maresciallo. Ha passato tutta la giornata a passeggiare ed è sicuro del fatto suo. Secondo lui le due mutanti romagnole sono le persone che cerchiamo. Durante la passeggiata, durata quattro ore e 126 negozi inutili e costosi, costoro non hanno fatto che scattare foto col cellulare ed inviarle a chissà chi via internet. Per tutto il tempo non hanno fatto altro che raccontare cose esecrabili relative a vicini di casa, attricette, tronisti e negozianti del loro quartiere. Naturalmente con tanti particolari piccanti. Ma quando arrivano a sghignazzare del cioccolataio, la cui moglie pare adori farsi inzuccherare le terga prima dell’espletamento degli obblighi matrimoniali ed a volte anche i piaceri extraconiugali – sottolineando signorilmente che tanto i colori si assomigliano, il maresciallo chiede loro se per caso siano contrari all’anale. Una di loro risponde: “Noi solo parenterale”. L’orrore e lo sgomento di questa volgarità lasciano credere al maresciallo che le due donne siano in realtà extraterrestri. Mi sembra una sciocchezza, magari sono solo le ennesime trucule che infestano questo nostro tempo ingrato. A cena zuppetta ciancicosa di miglio, tiglio, giglio e raglio. Troppo piccante. Poi laminato di alluminio trattato alla maniera di Hooke per renderlo morbido e flessibile – ma col sapore non è che siano riusciti ad andare tanto avanti. Per dolce marmellata di mucosa ruminale con zucchero a velo. Mi rendo conto del fatto che questa giornata, dopo gli eventi pirotecnici dei giorni scorsi, sia deludente. Ma abbiate pazienza. Cala la notte. Stanotte, me lo sento, qualcosa accadrà.

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