Un gatto è un’anima. E’ un essere piccolo e fiero, egoista ed affettuoso, indipendente e così vulnerabile. Per sua natura ha imparato a farsi amare, e noi tutti, come scrive la straordinaria scrittrice americana Carson McCullers, esistiamo solo se abbiamo qualcuno da amare – essere riamati è assolutamente irrilevante, al confronto. Poi, come è sempre, ci sono gatti per bene e gatti antipatici. Ma chiunque abbia mai perduto un gatto che amava – un gatto selvaggio e coccolo, che scompare per giorni ma c’è sempre, sa bene quale tragedia sia. Perché quel gatto é quella parte libera e fiera di noi che non abbiamo mai imparato ad essere. Per questo motivo non sopporto la moda di postare foto di micetti. E le melensaggini che accompagnano quest’attività sordida e perversa. Un gatto non metterebbe mai foto di umani che si stiracchiano o che dormono sulla sua pagina Facebook. Si tratta dell’equivalente delle foto oscene di ragazzine nude che pubblicizzano creme o piselli surgelati. Pornografia allo stato sottile e deviato della subliminalità. Peggio, si tratta dell’esibizionismo dell’impotenza – posta i gattini, secondo me, chi ha difficoltà ad amare se stesso ed un altro essere umano. E dato che la pornorgafia felina non esiste, e non hanno diritto alla privacy… ma quando un gatto che hai amato ti lascia resta un vuoto incolmabile, vero, che non ha bisogno di fotine ed altarini. Imparate da lui, non fotografatelo. Gli rubate l’anima.

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