Non ho la TV, e quindi non conosco bene le trasmissioni di Barbara D’Urso o “La vita in diretta”, ma me le immagino come l’ondata di tardiva affezione e compassione per Ignazio Marino. Poverino, soffre. Quindi ha ragione lui. Adesso ne verrà uno peggiore e noi, che abbiamo scavato alla sua fossa, ne saremo responsabili. In fondo che sarà mai? Usava i soldi pubblici per portare la moglie a cena fuori, per farsi qualche viaggetto e pagare una stanza d’albergo ad amici che non si sentiva di portarsi a casa? Lo fanno tutti, e peggio, quindi insomma … tutte affermazioni che la dicono lunga sulla cittadinanza romana: per esempio, che non sente propri i soldi pubblici; che considera (in ossequio alla teoria della “criminalizzazione totale” di Frank Zappa) lecito rubacchiare con parsimonia, ma soprattutto che mette in primo piano i buoni sentimenti e le frasi da film americano, del tipo “sfidava i poteri forti”, invece di tentare di analizzare politicamente gli anni di Marino alla testa del Comune di Roma. Il Comune di Roma ha cinque problemi centrali da risolvere: 1) il deficit di bilancio, causato dalla mancanza di un controllo vero sulle spese; 2) la mancanza di trasparenza dei processi decisionali, a causa dei quali le decisioni della politica e quelle della pubblica amministrazione differiscono profondamente, con grande vantaggio delle seconde e dei compagni di merende di chi decide; 3) un sistema di consorterie basato sulle assunzioni facili di migliaia di cittadini in aziende partecipate che non hanno senso di esistere e distruggono soldi, senza nemmeno affrontare i problemi; 4) Il sistema dei servizi alla cittadinanza al collasso (trasporti, pulizia, viabilità, controllo del territorio); 5) Conseguente emarginazione e ghettizzazione delle borgate, nelle quali l’assenza di una struttura dello Stato consegna il potere al crimine organizzato e trasforma la vita quotidiana in un Far West. Sul primo punto la strategia della giunta è stata quella di fare dei risparmi su spese evidentemente inaccettabili (lodevole), chiedere continuamente più soldi allo Stato e, ogni volta che ne otteneva, piagnucolare che non bastassero (penoso), cacciare via gli amministratori che, entrati in conflitto con i dipendenti a causa delle loro scoperte di magagne orrende, creassero tensione tra il Sindaco e le sue maestranze (fino all’assurdo della manifestazione dei Vigili Urbani contro il Sindaco in cui Marino andò e disse: io sono con voi). Dato che Marino non riusciva a fare passi in avanti (non per cattiveria o collusione, ma per ignavia e per il fatto di rappresentare un partito, il PD, che dietro le sue spalle tramava evidentemente perché la corruzione trionfasse. Sul secondo punto Marino ha fatto molto, o comunque ha tentato con coraggio, opponendosi con i fatti alla mafia del litorale, ai Tredicine, cercando di tamponare in qualche modo l’arroganza delle bande di zingari che infestano la città, chiedendo ovviamente aiuto alle Forze dell’Ordine che – nel caso dei Vigili – si sono ben guardate dall’aiutare. Marino ha fatto ciò che doveva: ha dato le acrte ai magistrati, tutte, persino quelle che lo inchiodano alle sue piccole, ridicole ed arroganti immoralità. Ma Marino ha fatto tutto ciò senza mai capire con chi avesse a che fare, facendo non solo delle figuracce in pubblico, ma come nel caso dei disordini a Tor Sapienza, prendendosela con quelli sbagliati. Il disprezzo profondo che il Sindaco prova per il popolino (e lo capisco) non aiuta di certo. Parlare di sfida ai poteri forti è come aver paura dei marziani, mentre invece ci sono cose concrete da dire, che non dice nessuno: Marino è caduto così improvvisamente perché le bande criminali legate (anche) al PD vogliono dividersi i soldi dei finanziamenti per i lavori del Giubileo, e Marino ha cercato di impedirlo. Come ha spiegato l’inchiesta Cantore, la quasi totalità degli incarichi del Comune viene assegnata ancora oggi (alla faccia di Marino) fuori controllo, fuori legge, fuori di testa. Marino, vistosi incapace di reagire, ha tirato in mezzo la magistratura, ed ha fatto bene – ma i suoi deboli tentativi di rimettere in riga le proprie maestranze corrotte sono finiti in farse penose, con i cattivi che ricevono regali per smetterla di protestare ed i corrotti che ricevono nuovamente via libera. Perché succede questo? Perché la magistratura è troppo lenta e le consorterie sono quelle che, votando, eleggono un Sindaco. E Marino, nel suo delirio di onnipotenza, voleva essere rieletto ad ogni costo. Sul terzo punto Marino non ha fatto nulla e nulla avrebbe fatto, se avesse continuato ad essere Sindaco. Ha impiegato due anni per capire che molti servizi funzionano grazie alle cooperative criminali, che garantiscono ai dipendenti comunali (e delle aziende partecipate )di percepire uno stipendio (spesso) per non fare nulla. Tocchi il sistema Buzzi / Carminati, e ti ritrovi con una Roma più sporca e violenta. I piagnistei di coloro che rivogliono Marino sono gli stessi di coloro che dicono: aridatece er puzzone, chissenefrega se era un assassino, le cose andavano meglio. Costavano una cifra pazzesca, ma che sono soldi nostri? Sono soldi dello Stato, no? Quindi di nessuno … Ne consegue per corollario che sul quarto punto non avrebbe mai potuto far nulla: ha cercato di cancellare e sostituire consigli di amministrazione, che è stata cosa buona e giusta, ma non ha toccato nulla, se non per peggiorare: lo scandalo dei bus turistici continua, dalle periferie sono state cancellate linee, la metro crolla, la qualità dell’acqua peggiora, interi quartieri la sera sono stati messi al buio, ufficialmente per risparmiare, in realtà anche perché non basta l’elettricità a disposizione. Malagrotta è stata chiusa, ma è la magistratura che (giustamente) combatte Manlio Cerrone, non il Sindaco. Del quinto punto, naturalmente, non ha senso parlarne, Marino ha peggiorato la viabilità, ha deciso una chiusura del centro Storico suicida (no ai taxi, ma si ai bus illegali che pesano e sfondano il manto stradale, per esempio). E con tutti i guai che abbiamo, sognando forse di creare un altro pozzo da cui prendere soldi, si è imbarcato in questa follia del Comitato Organizzatore delle Olimpiadi! Dopo che Marino, di fronte allo sfacelo sociale e istituzionale, ha ammazzato la cultura a Roma rimettendo tutto in mano ai padrini mafiosi di Zetema, nonostante Cantore ne avesse denunciato le ruberie? Ignazio Marino è stato un Sindaco sciocco, arrogante, incapace, contraddittorio, non del tutto trasparente. Ma sa piangere in diretta, fa pena. Le stesse mamme che nelle borgate impediscono alla Polizia di arrestare i malviventi sono quelle che lo insultavano ed ora si commuovono. Ma la parte più pericolosa di coloro che rimpiange Marino è composta da coloro che – giustamente – hanno paura dell’attuale vuoto istituzionale. Che vedono l’incubo grillista avanzare verso laa Fortezza Bastiani, che sanno come il PD sia una cloaca del malaffare, esattamente come la destra che propose Alemanno, che ha paura degli interessi privati di un palazzinaro come Alfio Marchini. Che pensa: ma allora forse non era meglio tenerci Ignazio Marino con la sua allegra e spocchiosa demenza? Questa è la domanda, romani. Credete che l’alternativa sia tra un incapace, un pazzo, un paraculo o un assassino? Davvero non siete capaci di alzare le chiappe dalla sedia e, partendo dai quartieri, non siete disposti a dedicarvi alla vostra città per esigere, dal basso, qualcosa di diverso? Davvero pensate di poter continuare a votare il partito che vi ha sistemato un parente e poi esigere che quello stesso partito si comporti con decenza? Davvero vi fa piacere lamentarvi delle ingerenze del vaticano, per poi rifiutarvi di ingerire voi stessi, se non i soliti rospi? Davvero vi schifa il PD? Sono d’accordo, andiamo nelle sezioni e facciamo a pezzi la struttura mafiosa di Goffredo Bettini. Fateci vedere che esistete. A Roma conosco un solo comitato di quartiere che funziona, alla Certosa. Magari ce ne sono altri ed io, colpevolmente, non ne so nulla. Ebbene? Marino, panacea della nostra pigrizia? Si vede che Barbara D’Urso piace molto ma molto di più di quanto si voglia ammettere…

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