I miei ultimi post sul Grillismo hanno reiterato ciò che temevo di sapere. Una parte dei miei contatti Grillini ce l’ha talmente tanto con me, che ha o cancellato il legame elettronico, o rinuncia a rispondere. Coloro che da mesi osservano con fastidio, antipatia, scherno o distacco il M5S, commentano a picconate, e di certo la Giunta Romana se le sta andando a cercare. Io cerco di restare nel mezzo. Il Movimento 5 Stelle condensa il consenso di una fetta importante di elettori che, di fronte allo spettacolo agghiacciante di quella che oramai, bottegaiamente, viene chiamata “offerta politica”, offre di sé stessa, preferisce buttarla in caciara e votare chi promette un bagno di sangue, chi se ne importa se poi sono come gli altri ed alla fine stanno lì per dividersi i soldi (come farebbero molti di quelli che votano M5S se fossero la posto loro, perché il potere corrompe e siamo tutti esseri umani). Fra dieci anni, credo, il M5S sarà o una costola del Partito Radicale (sarà quindi in lenta e sussiegosa estinzione) o sarà scomparso, ed i suoi leader militeranno in ciò che esisterà a destra dopo la fine della fine dell’era Berlusconi. Oggi più che mai, per fare un Partito e radicarlo nel territorio, ci vogliono miliardi di Euro – non idee. Oggi, per salvare l’Italia, sono necessarie idee, che però devono trovare un’aggregazione organizzata capace di sospingerle. Questo era il sogno di Grillo, ne sono convinto. Che però ha avuto bisogno di personaggi non limpidissimi, di legami finanziari e politici, di un sistema per scavalcare l’esigenza di trovare quadri dirigenti senza avere il modo di formarli – ed infatti si sono infiltrati personaggi come Di Maio e Di Battista. Uscito di scena Beppe Grillo, i suoi militanti o scelgono di seguire solo il proprio giudizio (come a Livorno, a Parma, a Pomezia, in Campania), con risultati a volte sorprendenti ed a volte miserabili, oppure si mettono, come Virginia Raggi, in mano a persone che dovrebbero aiutare e proteggere, e che fanno il contrario. Fino a prova contraria, la Signora Raggi è una persona per bene che da decenni frequenta persone non per bene. Ma vive in Italia, cos’altro dovrebbe fare? Ma la smettesse di sbandierare una verginità che non può avere lei, e tantomeno chi la sorregge – e che ha imposto una dirigente dell’AMA di lungo corso, invischiata in diverse faccende poco chiare, ora finalmente sotto inchiesta per associazione a delinquere e disastro ambientale, più uno scherano di Alemanno e della Polverini, più un rugbista salviniano che, per fortuna, è uscito di scena prima che si votasse la Giunta. L’Onestismo di facciata dei Grillini è morto – perché i bettiniani sono gangsters seri, e la faranno a pezzi finché non cadrà, questa Giunta folle ed inane. Che non ci parlino della macchina del fango, che i Grillini l’hanno usata senza capirla, ed è per questo che ora gli si rivolta contro. Ma soprattutto: non esiste un solo straccio di progetto vero, concreto, fattibile, solo dichiarazioni di intento di un sito web e due paginette redatte dal nuovo Sindaco di Roma, contenenti cose inutili o impossibili. La tragedia del fallimento del M5S non deve renderci felici. Ho vissuto nell’Italia di Andreotti, Gelli, Craxi, Berlusconi, D’Alema e Renzi. Imparo ora che il primo fosse il “migliore” tra costoro. Sopravvivrò anche nell’Italia di Di Maio o di Di Battista, che tanto non ci sarà. Immaginatevi cosa uscirebbe fuori se il M5S fosse incaricato di costituire un governo nazionale. Cosa non combinerebbero con il grano saraceno, le scie chimiche e qualche altra cretinata interstellare. Quali persone sorprendenti verrebbero chiamate a capo dei ministeri, della CDP (che è la chiave di volta dell’intero sistema italiano). Quali decisioni incredibili prenderebbero in politica estera e nell’intelligence, nel militare e nella finanza… decisioni che nessuno metterebbe mai in pratica, perché l’apparato è più forte della politica, le banche sono più forti della politica, i “padrini” del Movimento sono più potenti ed intransigenti di chiunque altro. La tragedia dei Cinque Stelle apre la porta a Salvini, certo, ma anche ad uno scoramento immane, ad un’ondata di rabbia, disperazione e paura, per giunta in un momento topico, nel quale l’intero mondo occidentale annaspa alla ricerca di nuove strade che non si intravedono. Purtroppo, il settarismo religioso dei militanti e la corruzione dei vertici mi fanno pensare che salvare il Grillismo non sia più possibile. Così come l’omicidio Moro annientò il Movimento Studentesco, così come il G8 a Genova annientò quel movimento, così come tutto, non solo in Italia, viene affogato sul nascere. Ma il 68, il 77, i girotondini, i grillini – tutti colpevoli, quindi anche io. Il crimine peggiore, in guerra, è perderla. Il crimine peggiore, in politica, è credere nella propria propaganda – è l’imbecillità. Ed io, modestamente, come molti di voi, lo fui. Ma questa fine, che è l’ennesima delusione annunciata, non per questo è meno tragica.
Lascia un commento