Non mi basta innamorarmi di una donna. Devo innamorarmi della complessità, della difficoltà, della sfida, di un progetto. Non di una messa in scena, quello l’ho letto nei capitoli precedenti. Nemmeno della spontaneità, che esiste solo nella malattia vera. Non conosco tolleranza, ma solo condivisione. Non mi interessa il controllo, e forse nemmeno più essere controllato, anche se mi rassicura. Ci deve essere un progetto. Devi credere in qualcosa, crederci spasmodicamente, devi farlo davvero. Senza aspettare me. Non credere che io sia chissà chi, perché lo sono, ma solo con me stesso. Mi stufi se stai sempre a chiedermi se hai fatto bene, perché non sono tuo padre, ma colui con cui costruisci qualcosa che ancora non c’è. Non mi basta nulla di meno. Devo innamorarmi di una vita. Non ne hai una? Peccato. Troverai uno meglio di me, te lo assicuro.
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