L’ho già scritto, ma spesso repetita iuvant. L’idea di Bismarck di Stato Nazionale prevede che il potere politico garantisca cinque servizi alla popolazione in cambio della sua adesione ideale al progetto. Uno: difesa della sicurezza dei confini. Due: sistema di giustizia e sicurezza personale interno. Tre: educazione generalizzata che dia la speranza che la prossima generazione raggiunga risultati migliori di quella precedente. Quattro: un sistema sanitario che allunghi la vita e migliori le condizioni di salute di tutti. Cinque: un sistema libero di interazione tra cittadino e politico, che permetta di vivere responsabilmente nella società, ed un sistema di regole che garantisca la prosperità economica – due punti necessari per sconfiggere la fame e l’indigenza. Per questa dottrina il capitalismo non è un dogma, va bene tutto, purché funzioni. A noi è stato insegnato che invece il capitalismo, figlio della pace sociale introdotta dalla dottrina Bismarck, ne sia il padre – con delle conseguenze orribili, perché il capitalismo non garantisce proprio nulla, ma in passato ha usato quei servizi come una carota che giustifica il bastone, ed oggi li ignora, pretendendo un’adesione religiosa e fideistica ad un sistema che non funziona più, meravigliandosi del fatto che l’adesione popolare scompaia, cercando di imporla con la paura e la violenza. Oggi scopriamo che i nostri confini non sono difendibili; che non esiste una Polizia che ci difenda, e che il sistema di giustizia è folle e funziona come una lotteria; che il sistema educativo è stato volontariamente smontato; che il sistema sanitario sopravvive solo per l’abnegazione dei medici e nonostante ruberie, truffe e riduzioni del budget; che la società (il sistema connettivo della collettività) è implosa, che le regole economiche sono divenute ridicolmente inefficienti, che la miseria è l’unica prospettiva credibile. Che fare? Cancellare quasi tutto, cancellare gli strumenti di sostegno dell’adesione popolare che siano antieconomiche, oppure accettare la fine del capitalismo ed entrare in un sistema in cui la valuta di base sia la prestazione umana, e non il prodotto. Un modello simile esiste, si chiama marxismo, e non chiede di mangiare i bambini. Il suo contrario si chiama stalinismo, ed è lo schifo in cui quell’utopia venne affogata ed umiliata. Il marxismo era una critica interna al modello capitalista. Chi “ha i soldi” lo sa, e ne usa gli strumenti. Noi, invece, continuiamo a credere a Renzi ed agli altri vescovi e cardinali dell’Inquisizione Capitalista.

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