– È il capodanno ebraico. Prima di tutto tanti auguri a tutte le amiche ed amici di una vita che vivono la religione ebraica, che sia prr tutti loro un anno di pace e con meno paura. Che sia un anno di conciliazione e non di divisioni. Che sia un anno di coesione e non di diatribe. Come in tutte le crisi (specie di carattere economico) costruite da venti secoli in seno alla cristianità, più complessa appare la realtà, più cresce la rabbia cieca e folle contro l’ebreo. Non dobbiamo mai dimenticare la violenza che abbiamo inflitto noi nati cristiani ai seguaci di altre religioni, come mai dimenticheremo le violenze che altre religioni infliggono ed hanno inflitto ai cristiani. E non dimenticare che cristiani, ebrei e musulmani erano insieme come soci nel traffico di schiavi nell’Africa Nera. Perché siamo tutti uomini e compiamo atti orrendi tipici della razza umana. Non dobbiamo mai dimenticare l’orrore incomparabile dell’Olocausto, ma non solo di quello perpetrato dal nazismo, ma anche quello segreto dello stalinismo e di alcuni governi fondamentalisti arabi. Così come non dobbiamo mai dimenticare le morti assurde di bimbi e donne arabi uccise nelle rappresaglie dell’esercito israeliano. Non si tratta di mettere allo stesso livello questi e quelli, non mi piace fare la classifica dell’orrore. La mostruosità della Shoah, ovviamente, è il suo essere burocratico, una ferita più terribile di tutte le altre. Ma lo stesso dobbiamo tutti fare uno sforzo di riconciliazione e non dobbiamo dimenticare nessuno, perché tutti erano esseri umani. Né cristiani, né ebrei, né musulmani possono più esimersi dall’ammettere questa verità incontrovertibile. Siamo tutti esseri umani, apparteniamo ad una sola grande famiglia. I tre popoli del Libro, una faccia, una razza. Nessuno delle migliaia e migliaia di persone morte nella guerra imbecille e bugiarda contro l’ebraismo è caduto giustamente – sono tutti vittime. Vittime di una violenza stupida, inutile e strumentale, spesso vittime di una propaganda che li accompagna dalla culla e non li lascia liberi. Perché l’orrore vero è la mancanza totale di libertà, a Gerusalemme come a Gaza, e ovunque, fino nei quartieri romani in cui un bimbo ebreo deve aver paura uscendo per strada, con i cani di Alemanno e di orde barbariche filonaziste, senza controllo e senza freno, sguinzagliati e sciolti e pronti a far parlare il sangue, in assenza di cervello e di cuore. Dico questo con l’ansia e la paura che il tempo della Shoah stia tornando. Io non sono ebreo. Credo nel Dio di Abramo ma detesto le Chiese, queste organizzazioni paramilitari e faziose che lanciano i più inermi di noi a morire in nome della loro mancanza di umanità. E voglio essere libero. Voglio essere libero di gridare che la politica del governo israeliano è sbagliata, che gli intrighi sulle fonti petrolifere offshore sono un suicidio incomprensibile ed economicamente insostenibile, che la corruzione dilaga. Che l’integrazione di centinaia di migliai di esuli russi ha cambiato Israele in peggio. Che l’estensione in barba ai trattati degli insediamenti israeliani é ingiusta e criminale. Voglio essere libero di dirlo senza essere tacciato di essere antisemita. Ma voglio gridare che sono stanco del fatto che accettiamo dal mondo politico e militare islamico (c’é ancora una differenza?) qualunque orrore, eccidi e attentati, solo perché abbiamo dei sensi di colpa anche nei loro confronti, perché ci serve il loro petrolio e le risorse naturali nascoste nelle loro terre e ci fà paura che siano pronti a morire (ed ucciderci uno per uno) per un’idea che a noi pare ridicola. Voglio poter dire che noi premiamo dei film che mettono in discussione la nostra religione, loro massacrano a casaccio per una battuta. Le forze che promuovono questi massacri lo fanno per non far capire al cittadino arabo, strumentalmente, che la sharjah come teoria economica non funziona (e nemmeno viene veramente applicata, se non per truffarsi a vicenda fra faccendieri), e che il benessere, con quei governi corrotti ed antidiluviani, non ci sarà mai. La crisi dell’economia e della società secolarizzata – creata peraltro soprattutto dall’applicazione dell’estremismo religioso alla politica ed all’economia – sta rigettando ovunque milioni di persone nelle braccia dell’oscurantismo religioso. Ma questo non è cattolicesimo, non è ebraismo, questa è, da ovunque venga, propaganda sciovinista e militarista: fascismo. L’ebraismo, quello vero e fonte di passione ed impegno, per noi romani, è quello del coraggio e dell’intelligenza quieta di Rabbi Toaff, delle centinaia di intellettuali ed artisti che hanno contribuito a cambiare l’umanità, ma soprattutto di Ernesto Nathan, di cui il 5 ottobre ricorre il 167° anniversario dalla nascita. Se, da umile figlio di Primavalle, posso permettermi un augurio sincero alla Comunità, è quello di spendere almeno un minuto per ripensare a lui ed alla sua opera, alla sua fede genuina, ma alla sua intransigenza di intellettuale, politico, progressista – il sindaco che ha combattuto la Chiesa ed i proprietari terrieri, la corruttela della politica e la mendacia. E lo ha fatto in pace. Tanti auguri, popolo della Torah e della Shoah, per un anno in cui insieme, finalmente, si possa mettere mano alle bugie della politica di ogni dove, un anno in cui Israele possa vivere in pace come ogni bimbo ebreo in ogni luogo, un anno in cui, con il contributo di idee e di civiltà della parte migliore e più onesta e genuinamente credente (senza orpelli propagandistici) dei Tre Popoli del Libro, questo Pianeta in pericolo possa avvicinarsi alla salvezza. Pace, per tutti, riconciliazione. Una faccia, una razza. O la fine di tutto.
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