Sono riuscito a dare un’occhiata a dei dati “non ufficiali” di Europol sull’immigrazione clandestina nell’Unione Europea. La situazione mi è parsa gravissima, ma del tutto diversa da come la si descrive in Italia – ed anche diversa da come la credevo io stesso. Si parla di un movimento di circa 1 milione di persone all’anno tra il 2013 ed il 2014, ed il 2015 dovrebbe essere peggiore. Poco meno di un decimo di costoro entrano con i barconi attraverso l’Italia. La maggior parte entra a piedi, in auto o in treno passando da Est. La rotta principale sale dalla Turchia, attraversa la ex Jugoslavia e poi si sbriciola ai confini con l’Austria e la Slovenia. Di coloro che entrano, circa il 6% parrebbe trovarsi in Italia, le quantità maggiori si troverebbero in Gran Bretagna, in Polonia, in Ungheria, in Germania, in Francia ed in Scandinavia. Solo un terzo di questi immigrati viene dall’Africa, gli altri vengono dall’Estremo Oriente e dall’Asia Centrale. Secondo l’analisi che ho visto, la differenza della percezione in diversi Paesi è legata all’efficienza (o l’inefficienza) delle strutture amministrative della nazione d’arrivo, e ciò relativamente a tre questioni chiave: a) efficienza nell’accoglienza e smistamento / integrazione; b) efficienza nelle procedure di analisi delle richieste di asilo e nel rimpatrio dei respinti; c) efficienza della Polizia locale nell’evitare che questi clandestini vadano ad ingrossare le fila della manovalanza della criminalità organizzata. Secondo queste analisi, tra coloro che non possono essere integrati (quasi sempre per inefficienza), la metà torna a casa, l’altra metà lavora per il crimine o batte la strada per sopravvivere in condizioni di estrema indigenza. In tutte le classifiche l’Italia è all’ultimo posto di efficienza, dopo la Bulgaria, la Germania e la Romania, che sono i Paesi meno efficienti (anche se bisogna dire che la Germania riceve l’urto di un’ondata di clandestini tripla rispetto all’Italia). Di costoro, coloro che sono sospettati di essere legati al terrorismo di matrice religiosa sono una cifra valutata tra lo 0,003% ed il 0,004% – il che vuol dire alcune centinaia di persone. Di quelli che sono stati identificati, solo due sono venuti coi barconi, perché stavano fuggendo da un ordine di cattura della Polizia egiziana. Gli altri entrano comodamente da Est. I più importanti volano, hanno i soldi che servono per poterlo fare. Europol sostiene (non ufficialmente) che fermare l’onda sia possibile solo militarmente: ovvero mettendo delle garitte sui confini, che sparano, minando i terreni limitrofi dei confini, affondando a cannonate i barconi. Se noi ammazzassimo ogni anno mezzo milione di persone, le altre entrerebbero lo stesso, ma in modo più efficiente. Insomma, la violenza cieca diminuirebbe sensibilmente l’onda d’urto, ma non la eliminerebbe. Ad entrare sarebbero quelli più agguerriti, ovviamente – proprio coloro che non vorremmo avere a nessun costo. L’idea di restare dove sono nati non li sfiora minimamente, Non sono formiche, ma uomini come noi, e ciascuno di loro considera giustamente se stesso come un’assoluta priorità e ritiene le proprie ragioni le migliori in assoluto. Del resto, per garantire il welfare in Europa, noi Europei ed Americani trucidiamo o lasciamo morire a causa delle nostre decisioni politiche, militari, economiche e mediche ogni anno tra i due ed i tre milioni di persone in tutto il mondo. Mezzo milione in più o in meno non dovrebbe fare tanta differenza, no? Perché ammettiamolo, questo è ciò che pensa il “popolo reale”. Il Popolo Vero è convinto che essere nato in Europa sia un merito, essere nato in Africa una colpa. In un servizio della TV tedesca su un Paesino del nord della Germania, in cui i nazisti stanno mettendo a ferro e fuoco la zona e soprattutto i centri di accoglienza dei clandestini, la “gente” dice di avere paura dei “negri” (anche se quelli di quella regione, in cinque anni, hanno commesso solo tre furti di cibo ed una di prodotti alcoolici in una stazione di servizio) e non dei “nazi”. Una signora lo dice chiaramente: “I Nazisti li conosciamo, quando attaccano sappiamo chi sono o con chi ce l’hanno, ce l’hanno con chi di noi li schifa. Se siamo buoni non ci attaccano, gli altri se la sono cercata. Ma un negro chi lo sa come ragiona?” Cosa chiede l’analisi non ufficiale che ho letto? Che la Polizia sia dotata dei mezzi per contrastare la criminalità organizzata che trasforma i clandestini in un pericolo, ovvero per schiacciare la ndrangheta italiana (1,1 milione di dipendenti sparsi per l’Europa), la mafia italiana (circa 450mila), la camorra italiana (circa 220mila), la mafia cecena (circa 310mila), la mafia ucraina (circa 280mila), la mafia rumena (circa 100mila), la mafia albanese (circa 150mila), la mafia cinese (circa 300mila), la mafia vietnamita, la mafia thailandese, la mafia giapponese, la mafia russa, la mafia turca, la mafia francese etc etc etc. Europol calcola che il crimine organizzato, nell’Unione Europea, dia lavoro a 8 milioni di persone (indotto compreso). Purtroppo – sostiene Europol – proprio i partiti politici che se la prendono di più con gli immigrati (come il Nazigrillismo o la Lega Nord in Italia) sono quelli che bloccano ogni decisione politica contro il crimine organizzato, che oramai ha infiltrato OVUNQUE i partiti di governo e le amministrazioni locali. Questo è il punto vero. L’unico. O ammazziamo (o in qualche modo togliamo di mezzo) milioni di gangster, ladri, assassini, stupratori, spacciatori e malavitosi vari BIANCHI, europei e con la carta d’identità UE, o ammazziamo mezzo milione di disperati l’anno, solo perché hanno la pelle diversa dalla nostra. Nel primo caso risolviamo alcuni problemi. Nel secondo caso no. Ma noi Europei, fin quando abbandonammo gli Dei degli antichi, saggi e burloni, e ci siamo sottomessi agli Dei della rabbia e del sangue dei tre popoli del Libro, non vogliamo mai risolvere i problemi. Siamo solo belve assetate di sangue.

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