– Stanotte, nella pausa fra due lavori che mi hanno obbligato a rimanere sveglio, ho visto e rivisto alla TV le immagini della Strage alla Stazione di Bologna del 2 agosto 1980. La rabbia e la commozione sono rimaste le stesse, non solo perché i colpevoli non hanno pagato, non tutti. Non solo perché la violenza cieca di chi ha fatto una cosa simile va molto al di là della mia capacità di comprendere l’odio. Ma perché in Italia queste tragedie si trascinano, non finiscono mai, i loro effetti durano anche dopo che l’assonnata popolazione li ha rimossi, dimenticati. Tutti quei morti per niente. Solo perché una forza politica e la nazione che la sosteneva volevano evitare che il PCI raggiungesse la maggioranza in Parlamento. Ed ora, 32 anni dopo, tutte le premesse di chi fece quel massacro si sono rivelate sbagliate. La differenza minimale e sottilissima che c’era fra il PCI ed il resto del cosidetto “arco costituzionale” (quanto è passata di moda questa nozione…) è nulla di fronte alla fine di quell’intero sistema. “Le magnifiche sorti e progressive”, come sfotteva Giacomo Leopardi, si sono rivelate tali: una bugia mortale. Non ci sarà mai più la piena occupazione, le risorse naturali del pianeta stanno finendo (e noi acceleriamo il loro consumo), la globalizzazione è completata (e quindi il mercato non può più crescere e non produce più plusvalore). I sei tratti distintivi dello Stato nazionale bismarckiano, che illudendo i poveri é resistito quasi 200 anni, sono scomparsi: niente difesa, niente sentimento comune di appartenenza, niente educazione, niente sanità, niente prospettive di miglioramento delle condizioni economiche, niente pensioni. L’Italia è una prigione di un mondo morto, una sorta di zoo globale, come del resto gli altri Paesi dell’Unione Europea, e gli Stati Uniti. E noi, testardi, viaggiamo a tutta velocità verso la Guerra Civile. Non sappiamo cos’altro fare. Nessuno di noi è una ginestra. Siamo sinvece tupidi e pigri, superstiziosi ed egoisti. Tutti quei morti, Cristo, tutti quei morti e non abbiamo ancora imparato nulla.

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