Ciò che ascoltiamo e vediamo dalla Libia, dalla Nigeria, dal Kenya, dallo Yemen, dalla Siria, dalla Tunisia, dalla Turchia, è solamente la schiuma di un’ebollizione generale che per troppo tempo abbiamo finto di non vedere. Vi prego, cercate di vedere alcune cose al di là della propaganda di alcuni politicucci locali: la guerra VERA non è tra cristiani e musulmani, ma tra diversi gruppi di potere all’interno delle regioni di religione islamica. Oltre a queste guerre manifeste, ogni giorno muoiono centinaia di persone in Somalia, in Ciad, nel Congo DRC, in Angola, in Egitto, in Libano, in Afghanistan, in Iran, in Pakistan, in Sudan, in Guinea, in Somalia, in conflitti regionali più o meno dimenticati. Alle porte dell’Europa ci sono campi di concentramento, paragonabili a scene di film dell’orrore, in cui cercano di sopravvivere quasi 60 milioni di persone – più della popolazione italiana. Gente scacciata dalla guerra, dalla fame, dalla sete, dalle malattie, dall’allargamento dei territori acquistati da aziende europee, asiatiche ed americane e quindi “liberate” dalla presenza degli autoctoni. Invece di fare della facile commozione, o di buttarla sull’ideologismo bugiardo di Matteo Salvini, bisogna capire cosa stia succedendo e perché questa ondata ci investirà in modo molto più violento di quanto temiamo. So che molti di voi trovano difficili le spiegazioni sulla fine del capitalismo, e le prendono come posizioni ideologiche – non lo sono. Il capitalismo ed il marxismo, due facce della stessa medaglia, non sono più validi. Dal 1973 al 1989 la Guerra Fredda ha permesso di fingere una crescita costante del prodotto lordo del pianeta. Dal 1989 al 2008 alla fine del capitalismo industriale abbiamo sopperito con le bolle speculative finanziarie, che hanno finto una crescita del prodotto lordo. Dopo la crisi globale dei subprime del 2008, tutto ciò è finito. I soldi che abbiamo a disposizione sono stati stampati in base alla crescita del debito. Il debito è l’unica somma dell’economia mondiale che cresca. La manodopera di massa non serve più. Dato che il debito fa crescere la cifra d’affari delle economie nazionali e noi cerchiamo in ogni modo di mantenere in vita artificialmente gli Stati nazionali (perché non sappiamo cos’altro fare), la crescita del debito è necessaria. Ma la contabilità torna sempre a zero, come sapete. Banalizzo apposta, lo dico per i miei amici esperti che storcono il naso. La stragrande maggioranza del nostro debito lo abbiamo con noi stessi, con soldi che ci dovremmo dare in futuro. Ma abbiamo dei crediti inesigibili, perché abbiamo fatto artificialmente crescere in modo pazzesco il debito dei Paesi del Terzo e del Quarto Mondo. Ora cerchiamo di costringere alcuni paesi europei (Grecia, Italia, Portogallo, Spagna, Cipro, Malta, paesi baltici) a diventare Terzo Mondo, incastrandoli nella spirale del debito da pagare, e cerchiamo di bastonare russi e cinesi che a questo gioco non vogliono giocare. Ed i “nostri” grandi alleati in questo gioco al massacro sono le aristocrazie arabe, specie i Sauditi. Le guerre tra arabi sono guerre tra ricchi e poveri, fra sciiti e sunniti, fra hutu e wahabis, tra alleati dell’Occidente e loro servi disperati o potentati incazzati. Alla guerra fra tribù e tra Stati si aggiunge quella fra aziende multinazionali. Lo Stato Islamico, infatti, che molti chiamano ISIS, è semplicemente un’azienda multinazionale, non ha nessun riferimento territoriale paragonabile alla teoria Bismarck sugli Stati nazionali – la dottrina che ha deciso i confini del mondo intero dal 1815 ad oggi. In questa situazione circa 3 miliardi di abitanti del pianeta sono allo stremo, o sono armati fino ai denti e vogliono vendicarsi: di noi, dei Sauditi, di chicchessia, di chiunque li abbia costretti alla miseria. Dato che non siamo stati capaci di sostituire un modello di società morente con una nuova utopia realizzabile, nel mondo (anche da noi) stravince la barbarie, l’unica alternativa praticabile per chi ha capito che verrà comunque escluso dal benessere. Smettetela di credere che, se prendiamo a mitragliate i barconi, finirà la guerra in Libia e l’ISIS la smetterà di tagliare teste. Smettetela di credere che, se dovessimo mandare via i clandestini che permettono alle aziende europee di tenere bassissimi i prezzi del cibo, avremo la piena occupazione – se cacciamo i clandestini avremo la fame, specie nel centro-sud, specie nei piccoli centri. La barbarie è una conseguenza della nostra ignoranza che, come diceva il mio indimenticato professore di italiano e latino, Silvano Stipcevich, diventa sempre arroganza.

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