Nella mia insonne allegria di stanotte, due elementi. Primo. Venire esaminato, con pignoleria certosina, da un giudice capace, professionale, scaltro ed onesto, è una sensazione vicina alla vertigine, quasi affettiva. Perché a costui interessa veramente capire chi sei, cosa sia la parte di te sulla quale hai investito di più, con tenacia, pazienza ed efficacia, in tanti anni. Secondo. Accorgersi che sia possibile sentirsi padroni di una situazione senza sentire il bisogno di strafare, gonfiandomi di attenzione, non di paura. Il senso di aver lavorato tanti anni per ottenere un risultato che nemmeno sapevo che esistesse. Aggiungerei una conversazione con una “vecchia” amica, che non vedevo da un po’, e che ha passato un periodo davvero difficile. É cresciuta tantissimo, ma non in amarezza: è cresciuta in affettuosa saggezza. Le donne sono quasi sempre migliori degli uomini.
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