Seguo con attenzione ciò che sta accadendo in Venezuela e mi accorgo che le elezioni brasiliane hanno cambiato profondamente gli equilibri in America Latina. E mi accorgo che tutto è cominciato (stavolta) in Ecuador. Si tratta, fino alla fine del secolo, di un Paese poverissimo ed estremamente arretrato, con un’agricoltura primordiale ed un’industria mineraria in mano agli americani, per la quale la popolazione locale riceve tanti schiaffi e nessuna moneta: gli indigeni dell’Amazzonia vengono spostati militarmente alle periferie delle città, ogni singolo settore commerciale funziona in regime di monopolio (persino quello delle bibite, che è in mano ad ABIn-Bev, che non lascia entrare nemmeno la Coca-Cola, se non su loro commissione). E se qualcuno si ingrifa, a Manta c’è una base militare USA, pronta ad entrare in azione con una potenza di fuoco superiore persino a quella del Cartello di Medellin, che in Ecuador possiede terreni ed armenti. Alle elezioni di fine secolo vincono i COMUNISTI (uuuuuh), rafael Correa e Lenin Moireno. I marines di manta innestano le baionette, i picciotti di Medellin i tirapugni, ed invece Correa prende le seguenti decisioni:il dollaro USA viene accettato come moneta nazionale in parallelo al Sucre, sulla base di Manta si discute per un disimpegno entro il 2050, la mafia viene invitata ad investire nel calcio (tanto che l’Independiente della Valle, due anni fa, arriva in finale della Copa de Libertadores, avendo il problema che lo stadio casalingo ha posto solo per 7500 tifosi) ed ottiene fette di mercato nei monopoli. I due uomini più prominenti dei Narcos, Michel Deller e Munir Abedrabbo, ottengono licenze per comprare aziende in crisi e per costruire i primi ipermercati. Abedrabbo è parente del presidente dello Yemen in esilio, e tramite lui Correa inizia a trattare con l’Iran. Tutte le licenze petrolifere e minerarie vengono ridiscusse, ma non nazionalizzate. Vengono invitati i Cinesi, che vendono i nuovissimi BYD, i bus e camion elettrici che hanno cambiato, in pochi anni, i livelli di inquinamento. Metà degli introiti industriali vengono costruite centrali di approvvigionamento di energia solare ed eolica, il carbone viene proibito. In 15 anni l’Ecuador esce dal Medioevo e la popolazione ottiene un innalzamento verticale delle condizioni di vita. Correa sopravvive ad un paio di attentati, e poi è il Compagno Lenin a farlo fuori con una congiura di palazzo, facendolo condannare per corruzione e costringendolo all’esilio, nel 2017. Ma Lenin Moreno, ora presidente, non cambia nulla. Al contrario, in politica estera esercita pressione su PDVSA (la compagnia petrolifera venezuelana) e contro la politica brasiliana di distruzione dell’Amazzonia. Dopodiché arriva Bolsonero, la Bolvia riconsegna Battisti, ieri sera il Venezuela salta in aria. Ancora una volta mi trovo con tanti pezzi del rompicapo in mano. Mi dico che dovrei capire cosa sta veramente succedendo, ma non ci riesco, guardo stolidamente le cifre che ballano sui siti del WTO, leggo decine di interviste, capisco che, in soli tre anni, il Sudamerica sia cambiato per sempre, sicuramente in direzione antidemocratica, certamente non in chiave anti-americana, ma il come ed il perché mi sfuggono. Non capire equivale a non potersi preparare, Il mondo sta giocando a schiaffo del soldato. Ho paura.

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