Papa Francesco dice una cosa rivoluzionaria, ma che in pochissimi possono capire, per questo tento di spiegarla. La frase è: la pedofilia clericale è il segno visibile della sconfitta dell’ermeneutica positivista. Che infatti è una delle attitudini più orribili che un essere umano possa avere. Ho avuto la fortuna di essere stato scolarizzato con Karl Popper, quindi come strutturalista, contro l’ermeneutica e contro il positivismo. Mi stupisce che il Papa dica una cosa che io possa condividere in modo così viscerale. Francesco I aggiunge: va bene tutto per cercare di capire chi commette il male. Ma di fronte all’orrore per certi fatti, non resta che constatare che esista la malvagità, e che questa debba essere affrontata come tale. Mi sono commosso, davvero. L’ermeneutica è un atteggiamento (semplifico) con cui si affrontano comportamenti, affermazioni e testi. Chi crede nell’ermeneutica, crede che sia possibile analizzare un’espressione e risalire al suo significato profondo. Che sia possibile e necessario capire i motivi che spingono chiunque a fare ciò che fa. Che esista una competenza indiscutibile, di chi pratica l’ermeneutica, che gli permette di valutare, interpretare, analizzare e comprendere (non solo capire) ciò che altri dicono o fanno. Che esistano regole immutabili, catene di causa-effetto eterne, una spiegazione possibile per tutto. Una delle caratteristiche importanti dell’ermeneutica è l’estetica. Esiste un bello a prescindere dal contesto, un bello “per sé”, come un bene ed un male a prescindere dall’efficienza. Che esista un’efficienza a prescindere dal contesto: ciò che è efficiente per Salvini, ad esempio, è inefficiente per chi scappa dalla guerra, ma l’ermeneuta compila una classifica degli umani, e decide che Salvini abbia ragione esteticamente, quindi a prescindere. Si tratta delle basi fondamentali di ogni tirannia di stampo etnico, religioso o estetico, come il bolscevismo o il nazionalsocialismo. Il positivismo, invece, è una corrente di pensiero, affermatasi in Europa nella seconda metà del 19° secolo, secondo cui la filosofia, abbandonando le astrattezze della metafisica, si limita ad organizzare i dati delle scienze sperimentali. Il positivismo innalza a teologia la percezione inidividuale, la ordina per posizione di potere (più ne hai, più hai ragione), benedice l’interesse materiale, associato all’esclusione dei motivi di ordine ideale o affettivo. L’estetica del positivismo, insomma, è il potere, non l’efficienza. In questo senso, il Grillismo ed il Leghismo sono sintomi di una società che è andata molto al di là del bolscevismo e del nazionalsocialismo, che si basavano su principi di feroce, orrenda, barbara e disumana efficienza (e credevano nella forza della pignoleria e della burocrazia che, essendo senza sentimenti, potessero essere l’apice dell’efficienza). Grillismo, Leghismo, Renzismo, tre diverse interpretazioni dell’ermeneutica positivista, non hanno come scopo la soluzione dei problemi, ma un’estetica del potere. Questi movimenti hanno superato l’olocausto, che aveva un motivo pratico inaccettabile, mostruoso, odioso. La Germania nazista e l’Unione Sovietica erano tirannie simili, entrambe erroneamente convinte che, con il burocratismo, con l’ermeneutica positivista, si potesse gestire una società e portarla al benessere ed all’efficienza – con i risultati tragici che sono sotto gli occhi di tutti. Il Renzismo, il Grillismo ed il Salvinisimo non vogliono risolvere i problemi. Non li capiscono, non hanno idea di come affrontarli. Hanno una visione esclusivamente estetica della vita. Ed in base a questo sono convinti che, se avranno la felpa giusta, diranno la stronzata giusta, emaneranno la legge suicida giusta, i problemi si risolveranno da sé, in modo catastematico. Il Pianeta Terra non ha mai dovuto affrontare un simile orrore, finora. Persone che sono pronte a sacrificare la vita sul pianeta in nome di una visione estetica, infantile, semplicistica, antiscientifica ed anaffettiva dell’esistenza. Papa Francesco, di fronte al rischio dell’Olocausto che costoro stanno scatenando, senza nemmeno accorgersene, anzi negandone i sintomi e le evidenze in nome della loro propria estetica, e del predominio dell’ignoranza come valore positivo (i Grillini urlano “non importa se abbiamo ragione, importa se siamo in tanti”), parla di affetto, di umanità, di solidarietà, di altruismo, di preghiera. Oggi, al mondo, non c’è nulla così a sinistra come questo messaggio. POST SCRIPTUM – Molte delle reazioni a questo mio post esprimono dubbi sull’onestà di Bergoglio, o comunque mettono lui al centro, non la frase. Questa è ermeneutica. Ciò che fa paura non è il Grillismo in sè; ma il Grillismo in me, dovrebbe essere il motto. Adoro la musica dei led Zeppelin, trovo che loro fossero degli stronzi colossali. Ma la musica mi piace ancora. Sull’essere di inistra della frase di Papa francesco (quini della frase, non del Papa), si tratta di una figura retorica, l’iperbole. Come quando affermo che, guardando i talk-show di Retequattro, improvvisamente Sallusti diventa il più a sinistra e Sgarbi il più fattuale ed intelligente.

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