Forse non è stato uno dei veramente grandi. Forse Vangelis Papathanassiou, che sciolse gli Aphrodite’s Child proprio perché lo riteneva un marchettaro, verrà ricordato molto più a lungo, specie per le sue colonne sonore. Come Falco era uno che suonava il basso come pretesto per entrare a cantare in una band. Demis Roussos è morto oggi, a soli 68 anni, ad Atene, mentre festeggiava la vittoria della sinistra sulla troika filotedesca – lui che era scappato dalla dittatura greca dei Colonnelli e, insieme alla sua band ed alla indimenticabile Irene Papas, aveva registrato con “666” un album fondamentale della musica pop mondiale. Mi piace ricordarlo non per il fatto che fosse divenuto un baciccia e molti mi paragonassero a lui, ma per il fatto che è stato il simbolo del contrasto alla musica folclorica ellenica celebrata da Anthony Quinn in “Zorba the Greek” – in un certo senso gli Aphrodite’s Child stanno alla Grecia come gli Inti-Illimani al Cile. Ma non é un caso che io l’abbia paragonato ad un altro “finto” bassista come Falco. Entrambi hanno segnato un’epoca. Avevo tralasciato di commemorare Joe Cocker, che a mio avviso aveva talmente tradito ciò che di bello aveva fatto all’inizio con Chris Stainton, Jimmy Page and Leon Russell da non meritare spazio. Demis Roussos è stato una sorta di gemello del sud di Joe Cocker – ma senza sputtanarsi. Un altro pezzo di storia che se ne va, purtroppo.

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