Ciò che è accaduto ieri – e specialmente l’attacco ai ressort turistici in Tunisia – dimostra una volta di più quale sia l’obiettivo primario dei mercenari del Califfato IS, almeno per ora: destabilizzare i Paesi musulmani che hanno raggiunto la pace, un minimo di stabilità e di democrazia interna. Una strategia diversa da Al Qaeda di Osama Bin Laden, il cui peggior nemico era la monarchia wahabita di Riyadh. Ed ancora: una strategia profondamente diversa da quella dei ribelli contro Assad (almeno all’origine della guerra civile) e delle tribù in lotta in Libia. Oggi, in un bar, alcuni italiani sostenevano che dovremmo comportarci come l’esercito tedesco di occupazione durante la Seconda Guerra Mondiale: dieci “negri” ammazzati da noi per ogni italiano ammazzato in Africa o altrove. A parte il fatto che per fortuna ciò è impossibile secondo la legge (anche se Salvini rivorrebbe la tortura), questo non farebbe che rafforzare l’IS e la sua furia. Ma il Califfato sta vincendo proprio grazie alla nostra arretratezza culturale, alla nostra incapacità di prendere decisioni vere e tramutarle coerentemente in azione, ed al fatto che – invece di reagire col cervello e con il cuore – stiamo reagendo con la pancia. L’IS, come il Movimento Cinque Stelle ed il Salvinismo più becero, fa leva sulle grandi forze che muovo l’essere umano prima che riesca a mettere in moto il cervello: la pigrizia e la paura. Se metti paura ad un numero sufficiente di persone, queste agiranno in modo suicida, accelerando il processo innescato da chi li aveva aggrediti. Questo non vuol dire far finta di nulla. Questo vuol dire che bisogna vincere la partita a livello economico ed industriale (smettendola di dettare assurdi embarghi contro la Russia ma anzi rinunciando al petrolio saudita per tagliare in parte fondi a chi finanzia l’IS), a livello culturale (cancellando i mondiali di calcio del Qatar e sostenendo VERAMENTE i Paesi in via di sviluppo che rinuncino a fare affari con le monarchie musulmane più aggressive e medievali) ed a livello politico, affrontando finalmente il toro per le corna in manifestazioni pubbliche, alle Nazioni Unite. E poi bisogna mandare un esercito vero a schiacciare l’IS militarmente. Ma lasciamo in pace la povera gente che, scappando da lì, cerca di salvarsi la vita in Europa. Dato che sono così tanti costoro costituiscono un problema. Ripristinare la pace nelle regioni musulmane è un passo vero in direzione della soluzione. Senza felpette, senza scie chimiche e senza reazioni stomacanti e stomacali.

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