La paura è un pericolo mortale. L’animale inquadrato dai fari, di notte, resta fermo, e se non lo scansi lo travolgi. L’essere umano, inquadrato dalla luce della verità, si aggrappa a qualunque cosa, pur di trovare conferme nella paura. Non si muove. Non cambia. Annuisce se gli presenti la sua situazione, ma solo di imbarazzo, perché sa che tra pochi minuti lo lascerai in pace e tutto sarà come prima. Non si può fare nulla. L’unica cosa capace di sconfiggere la paura è l’orrore. Invece lo schifo, l’umiliazione, il disprezzo (di altri o di se stessi) non bastano a superare la paura. Purtroppo nemmeno l’amore può nulla. Contro la paura, come contro il singhiozzo, solo uno spavento vero può portare ad una qualche apprezzabile conseguenza. Ed anche in quel caso, non è detto che duri. Questo nel breve periodo. Nel lungo periodo, invece, ci si guarda indietro e ci si accorge di tutto ciò che si è perso od a cui si è rinunciato in nome della paura. E, stranamente, si prova tenerezza per la propria debolezza. Io, più che pauroso, sono terribilmente pigro, pigro fino ad una cialtroneria intellettuale infinita. E non è detto che sia una debolezza minore. Paura e pigrizia muovono il mondo. O, meglio, lo congelano fino al botto con l’asteroide.

Lascia un commento