Una notte a Carpineto Romano, un posto di cui fino a poco fa non sapevo nulla. Ci ha portato qui Maria Teresa Lambiase in accordo con il Comune, guidato da un ragazzo, Matteo Battisti, che nonostante abbia 20 anni meno di me, è come se ci si fosse sempre conosciuti… e del resto si viene dalla stessa stalla, dalla stessa mucca e lo stesso asinello. Un posto bellissimo, in un prato al fresco, la luna piena di fronte agli occhi – ed un pubblico fatto di poeti e musicisti, di persone appassionate e competenti. Ma tutta Carpineto è un fiore segreto, che a Roma conoscono in pochi. Più bello della celebrata Anagni (qui è nato Papa Leone XIII), più spettacolare di Siena (il Palio è in preparazione ed ha un percorso molto più suggestivo), traboccante d’arte, di cultura, di musica e, permettetecelo, di buona cucina. Siamo stati trattati come quei fratelli che mancavano da tempo, e del resto questa è stata per anni terra da cui si emigrava, ed invece oggi meriterebbe tutt’altra considerazione. Per me, che sono uno snob, bastano la festa internazionale degli artisti di strada (Claudio Montuori, Maria Grazia Fiore, il 25 ed il 26 agosto ci siete anche voi?), la conferenza sul buon vecchio Tiziano Terzani, i musei… per sapere che presto ci tornerò. Il nostro concerto é stato il più allegro del tour, fino ad ora, abbiamo riso di gioia infantile e sincera dalla prima all’ultima nota, c’era un palco bellissimo, una serata magica e la gente giusta. Michela Cohen ha fatto tantissima strada ed é divenuta, nei nostri cuori, un membro della band a tutti gli effetti. Mancava Sara Nasorri, accidenti, che per una settimanella all’Argentario si sta perdendo delle notti veramente magiche. Ora sono le 4 del mattino e siamo tutti pieni di adrenalina, chissà se e quando andremo a dormire… e ripeto la mia ultima frase dal palco: quando siete stanchi della vita, di voi stessi, di questo Paese insopportabile e vile, venite a Carpineto, venite nel guardino del Wine Bar, venite e siate felici, guardando la Luna e sentendo che siete nel centro esatto dell’Universo, nel punto esatto in cui siamo nati per sorridere.

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