– Quanto sta accadendo nelle miniere del Sulcis ed all’Alcoa non può non smuovere la rabbia e la commozione di tutti. Ma non deve far perdere la bussola. Lo Stato ha pompato centinaia di miliardi in queste aziende che, nello scacchiere internazionale delle commodities, non hanno più ragione di essere. Non perché il carbone non serva, non perché l’Alcoa produca qualcosa che non si vende, ma perché fare queste due cose in Italia è logisticamente ed economicamente intollerabile. Tutti hanno promesso loro (da Prodi a Berlusconi) che il libero mercato li avrebbe salvati, ma in realtà gli ultimi dieci anni queste imprese hanno funzionato perché sovvenzionate al 100% dallo Stato e dalle nostre tasse. Questo vuol dire che i lavoratori del Sulcis e dell’Alcoa sono colpevoli e sono degli affossatori del sistema? Giammai. Sono vittime, sono e restano vittime. La responsabilità è delle aziende che hanno sfruttato i soldi dello Stato italiano? Sì, perché non sono state costrette a fare nulla per rendere quelle società redditizie, non ne hanno rinnovato le infrastrutture, non hanno migliorato nulla: né la sicurezza, né l’efficienza, né la redditività, né la vicinanza ai mercati, nulla. Ma la responsabilità maggiore é dei politici, che in cambio dei voti hanno appoggiato questa soluzione suicida. Che fare ora? In Germania situazioni come queste ci sono state dieci anni fa ed il Governo le ha risolte brillantemente. Noi abbiamo perso dieci anni e non abbiamo i soldi per riconvertire nulla, ora. I politici hanno la scelta fra ributtare miliardi in un buco nero e rinviare la patata bollente al prossimo Parlamento o attendersi un fatto di sangue clamoroso, chiudendo baracca e burattini. Ancora una volta la soluzione è altrove. Le aziende corresponsabili devono ora pagare (insieme allo Stato) perché i dipendenti ristrutturino gli impianti per renderli appetibili – invece di scavare in perdita – oppure convertano la fabbrica Alcoa in un progetto diverso, magari a capitale misto, che sia impegnato nella ricerca, sviluppo e produzione di energia rinnovabile – perché noi i minerali che lavora l’Alcoa non li abbiamo, nel sottosuolo, e quindi la fabbrica non sarà mai competitiva. Bisogna riqualificare il personale ed usarlo in parte per costruire le infrastrutture mancanti o ricostruire quelle fatiscenti e dannose per l’ambiente. Se lo facessimo potremmo anche usufruire dell’aiuto Europeo. Ma dovremmo rinunciare alle consorterie elettorali, che negli ultimi anni stanno dimostrando di essere impermeabili a tutto: all’evidenza, al fallimento, alla rabbia, alla devastazione sociale, alla tragedia umana, al massacro che arriverà, preannunciata nemesi, utile per trattare i poveracci come terroristi, invece che come povera gente che ha fame di lavoro.
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