– Stamani un quotidiano nazionale ha scritto che il FLI (Fini e Dalla Vedova) con tutti gli spezzoni della ex Democrazia Cristiana, più Montezemolo e Emma Marcegaglia, avrebbero positivamente concluso le trattative per ricostituire una “Cosa Bianca” che, evidentemente, sarà una versione moderna della Democrazia Cristiana e cercherà presumibilmente un’alleanza con il PD. Resto della mia opinione: comunque noi voteremo ad aprile, a Natale 2013 voteremo di nuovo, sotto commissariamento, e con i carri armati in piazza. Nessuno dei problemi chiave viene affrontato dal Governo Monti, nessuno dei problemi chiave verrà affrontato, né che vinca Berlusconi (che non lo escluderei a priori), né che vincano gli altri. Se poi Beppe Grillo dovesse ottenere un risultato superiore al 20% e magari prendere il premio di maggioranza, nessuno sa cosa potrebbe accadere – tranne appunto elezioni anticipate in un clima da tregenda. Quali sono questi problemi chiave? Primo: il debito pubblico. Secondo: le tasse così alte e le leggi così complesse e strangolanti che, se applicate, uccidono l’economia e, se non applicate, uccidono la giustizia e la sicurezza e poi l’economia, perché nessuno investe in un Paese in stato d’assedio da parte della criminalità organizzato se non ha un sottosuolo ricco di risorse naturali. Terzo: la disoccupazione senza speranza di redenzione. Quarto: la mercificazione dell’individuo e l’annullamento della cultura e dell’istruzione. Quinto: l’indifendibilità del cittadino nella sua inviolabilità fisica, intellettuale ed economica. Sesto (che comprende tutti gli altri): la mancanza totale di democrazia diretta, di responsabilità sociale e collettiva, di trasparenza. Come se si trattasse di un Gran Premio di Formula Uno che si svolgerà sotto la pioggia, i partiti cambiano le gomme e le strategie – ma non cambiano le regole e la mentalità. Viene da rassegnarsi per la disperazione. O da inferocirsi per la rabbia e la frustrazione. Invece vedo persone umiliate, stanche, diffidenti – perché sanno che hanno approfittato per decenni della situazione com’era e sperano superstiziosamente che basti evitare i gatti neri e di passare sotto le scale per vedere prima poi sorgere una nuova alba di speranza. Non sarà così. Dobbiamo rimboccarci le maniche. Cambiare il nostro modo di pensare e vivere, da verticale e gerarchico a orizzontale e solidale. Il darwinismo è morto. O si vive tutti insieme, o si muore uno dopo l’altro, in una catena inarrestabile. Primo: si può tagliare fino al 70% del debito pubblico annullando corruzione, sprechi e privilegi, se si ha un progetto per la disoccupazione che ne deriverebbe. Secondo: bisogna abbassare le tasse di due terzi almeno e tornare a poche regole chiarissime e la cui trasgressione venga punita indirimibilmente ed immediatamente – basta la volontà politica per farlo. Terzo: Per ogni due posti nella Pubblica Amministrazione di cittadini che pesano solo sull’erario e non creano ricchezza che vengono cancellati – lo insegnano le democrazie del Nordeuropa – nascono tre posti di lavoro nei settori dei servizi che ora vengono combattuti dalla politica: protezione del territorio, assistenza sanitaria di base (specie dopo aver licenziato il 60% degli amministrativi della sanità), assistenza sociale, ma soprattutto cultura ed istruzione. Quarto: investire nell’avviamento allo sport, nella cultura, nell’istruzione, nell’educazione, nella preparazione – e non dare più soldi a cosidetti privati che, con il denaro pubblico, acquisicono quote di ricchezza pubblica (telecomunicazioni, treni, ospedali, industrie etc etc etc) e ne scaricano i costi sulla collettività. Quinto: bisogna ripulire le Forze di Polizia dai reparti politicizzati e di provocazione e rafforzare le unità dei difensori dei cittadini, quelli che rischiano la vita nelle strade per cercare di far credere che lo Stato esista ancora – e vengono quotidianamente umiliati da noi che li disprezziamo ed i superiori che li umiliano. Sesto: cancellare le provincie e le auto blu, ridurre i consigli comunali a non più di 30 membri (per le grandi aree con più di un milione di abitanti), cancellare i finanziamenti ai giornali ed ai partiti, ridurre il numero dei parlamentari a non più di 100, tornare alla democrazia diretta per cui i cittadini votino non un partito, ma un’idea, una proposta – e nei congressi di partito non si discuta delle gerarchie, ma solo delle scelte politiche, come avviene nel Nordeuropa in quasi tutte le forze politiche. E poi decidere: siamo italiani o siamo europei. Deciderlo una volta per tutte e poi agire di conseguenza, non rimanere ancora una volta con un piede di qua ed uno di là del guado. La “Cosa Bianca” rappresenterà anche solo un decimo di queste necessità? Al contrario, cercherà insieme agli altri di far finta che non sia cambiato nulla, sperando che i problemi si risolvano da soli. E noi che faremo?

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