– Ciò che è accaduto in occasione della Finale di Coppa Italia fra Napoli e Fiorentina mostra tre cose verso le quali ci ostiniamo a restare ciechi. La prima e più importante: lo Stato non ha il controllo sul territorio. A Napoli, come in molte altre zone ufficialmente parte della Repubblica Italiana, esiste uno Stato parallelo, guidato dal crimine organizzato, che si estende su un territorio vastissimo e non solo non è contrastato, ma riesce persino, con corruzione e paura, a cancellare l’idea di una realtà altra possibile. La Campania non è Italia. Non perché gli abitanti siano più o meno conformi al resto dello stivale, ma perché vengono controllati dalla Camorra, che fà le leggi e decide la quotidianità. Il secondo fatto: i tifosi del calcio sono divisi tra persone normali e belve, ma sono le belve ad avere il controllo su tutto, persino su alcune scelte societarie. Così come lo Stato ha perso il controllo del territorio, la Federcalcio ha perso il controllo del gioco del pallone e di ciò che gli gira intorno. Ed infatti chiunque può vedere che molti risultati sono addomesticati e che le belve hanno il sostegno attivo della parte marcia del calcio, del sistema delle scommesse ad esso legato ed alla corruzione. L’ippica è stata così per anni ed è infatti scomparsa. Il terzo fatto: qualunque cosa accada, resta senza conseguenze. Dopo i fatti di stasera, se fossimo stati un Paese serio, il titolo sarebbe rimasto non assegnato e nessuna squadra italiana avrebbe partecipato alla Coppa UEFA quale qualificata di questo torneo. Insomma, tutto viene gestito apertamente con una morale elastica ed evidentemente partigiana e corrotta, che insegna al popolo che fregare, uccidere ed umiliare sia la strada giusta per il successo. Trasporre queste considerazioni all’intera societá ed alla classe politica che esprime non è un passo, è una conseguenza logica indirimibile. L’Italia è un Paese morto, suicida, volgare, assassino, ladro, bastardo e schifoso. Tutti, da me che sono un cacasotto all’ultimo deficente di hooligan di qualche squadra di lega dilettantistica che picchia un arbitro per svoltare la domenica. Che fare? Sciogliere i club coinvolti in queste cose orribili. Niente più calcio a Napoli e Firenze – e se necessario a Roma, a Milano, a Torino, a Bologna, ovunque. Ma quale autorità riconosciuta ed imparziale potrebbe mai compiere scelte simili. Crozza?

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