– Accecato dalla mia pochezza e dalla mia sciocca rabbia, nel corso delle ultime due settimane di campagna elettorale ho perso di vista la prospettiva giusta per un’analisi accettabile del momento dell’Unione Europea. Grillo ha ragione quando dice: l’alternativa a noi sono i partiti che hanno gestito lo sconquasso. Ma di questo sconquasso ho guardato solo gli effetti ultimi: violenza, disoccupazione, miseria culturale, disgregazione sociale. Bisogna invece fare un passo indietro e guardare cosa ci sia dietro tutto ciò. In tutti i Paesi dell’Unione Europea verranno elette cospicue pattuglie di parlamentari di forze che, come obiettivo, dichiarano di avere l’uscita dall’Euro, l’uscita del loro Paese dall’Unione, l’uscita di una frazione del loro Paese dall’Unione (la Padania, la Catalogna, i Paesi Baschi, la Scozia), se non tout court lo scioglimento dell’Unione. Come diavolo sarà possibile gestire un dibattito parlamentare in una Babele di 28 localismi peraltro ciechi e impermeabili alla dialettica, è un mistero. Ma questo ci rimanda direttamente al problema centrale. Gli Stati Nazionali non esistono per decisione divina. Sono nati dalla disgregazione delle monarchie, causata da Napoleone Bonaparte, e dagli accordi presi a Vienna nel 1815. Nel XIX secolo la dottrina Bismarck tratteggiò con successo la novità di questi Stati Nazionali ed i suoi cinque compiti fondamentali: 1) garantire la sicurezza dei confini di un’area geografica dal rischio di un’invasione militare; 2) garantire un crescente benessere della popolazione attraverso la promozione dell’industria, dell’agricoltura, del commercio, della finanza, costruendo una serie di regole certe che vengano difese con efficacia dalle leggi e da chi le amministra; 3) garantire la salute della popolazione attraverso una crescita ed un costante miglioramento delle condizioni igieniche e delle cure mediche; 4) garantire una crescente e sempre più capillare istruzione della popolazione, un affrancamento dalla miseria culturale, che quasi sempre si accompagna alla miseria economica, e costruire su questa base una forte identità culturale che, in primo luogo, significa un forte orgoglio nazionale e nazionalista; 5) avere una polizia forte, efficiente, non corrotta, che mantenga se necessario con durezza la certezza del diritto, della vita. Delegando la gestione di questi cinque compiti allo Stato, il “contratto sociale” di Jean-Jacques Rousseau diviene da teoria una pratica. Non si tratta di una rivoluzione né in senso liberale né in senso marxista, ma di una concessione fatta dall’aristocrazia sotto l’urgenza delle cose. Le due guerre mondiali hanno portato ad una crisi strutturale di questa prassi. Ancora di più la grande crisi economica del 1973, la conseguente fine del capitalismo classico, e poi la conflagrazione del programma denominato Guerra Fredda del 1989, hanno reso evidente il fatto che lo Stato non sia più in grado di difendere i confini, abbia minato il benessere economico dei suoi cittadini, abbia perso il controllo sulla sanità, abbia rinunciato alla cultura ed all’istruzione ed abbia una polizia al contempo violenta, corrotta, umiliata ed inefficiente. Come già nel Medioevo, i banchieri hanno in mano le leve del potere tramite il ricatto, l’Unione Europea si sbriciola in feudi nei quali i Baroni, feroci, stupidi e ladri, spadroneggiano senza più nemmeno nascondere le loro malefatte. Come già nel Medioevo, nascono Chiese che promettono il grande olocausto purificatore, la Guerra Santa, il Paradiso in Terra a forza di stragi. Queste Chiese, che siano i grillini italiani o i nazisti greci, non hanno né la forza, né la preparazione e nemmeno la voglia di innescare un processo di ristrutturazione profonda della società, partendo dalle cose che funzionano e cercando di trovare un consenso sull’eliminazione di quelle che non funzionano. Troppa fatica. Essendo l’Europa dominata dall’analfabetismo di ritorno e dall’imbecillità giustificata dal livellamento sociale e promossa dalla TV, ricostruire sarebbe troppo faticoso, meglio distruggere. In questo modo queste sette religiose offrono ai partiti del disastro una piattaforma per dire: noi facciamo schifo, ma questi fanno paura. Scegli lo schifo. Altiero Spinelli, accorgendosi di cosa stesse accadendo, ma ancora prima Giuseppe Mazzini, intuendo che la dottrina Bismarck fosse una pericolosa controriforma e non un progresso, si sono battuti per l’unione dell’Europa. Bisogna ripartire da qui. Dall’impietosa analisi di cosa sia lo Stato Nazionale, la sua sostituzione con qualcosa d’altro (una confederazione di polis come in Grecia, mi viene da credere), ma la certezza che i popoli che vivono nel continente europeo devono trovare un accordo, o sono nei guai fino al collo. Anzi, già alla linea di respirazione del naso.

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