La differenza tra uno statista ed un aspirante dittatore è semplicissima. Lo statista ha bisogno di una maggioranza parlamentare per perseguire un progetto politico chiaro ed esplicito. Gli altri hanno non un progetto politico, ma un progetto su come arrivare al potere. In questo senso, l’unica differenza che vedo tra i regimi tirannici “morbidi” agognati da Matteo Renzi, Beppe Grillo e Matteo Salvini, ed il regime di Erdogan, risiede nel fatto che i caudillos italiani temono che l’uso esplicito della violenza possa impedire lor di arrivare a conquistare il potere. Solo Beppe Grillo ha, di quando in quando, delle tentazioni scopertamente violente – i suoi, come le squadracce di Mussolini, riceverebbero volentieri dal Duce il permesso di uccidere. E se un giorno Grillo arrivasse al potere, non è detto che i Grillini, emulando Erdogan, non mettano mano alla clava. Per poi dire che ce la siamo cercata. La loro violenza verbale inaudita, il mobbing continuo perpetuato nei confronti dei dissidenti, accompagnata al disprezzo degli altri esseri umani, il cinismo elevato a virtù, e l’ignoranza profonda del militante Grillino (di cui Di Maio e Di Battista sono l’esemplificazione più evidente) sono un monito terribile. Basterebbe pochissimo per scatenare le orde Grilline. Non a caso, sotto casa, mi è successo diverse volte di essere aggredito da Grillini fuori di sé dalla rabbia. All’estero se ne sono accorti: Grillo pubblica liste di proscrizione, indica obiettivi umani per punizioni fisiche, minaccia vendette, e poi si lamenta, usando il vittimismo proprio della mistica nazionalsocialista. Se leggete “Mein Kampf”, il testo formato da Adolf Hitler, ci trovate moltissimi punti in comune con i blog Grillini (sto preparando un post con i passi hitleriani paragonabili a quelli del “comico” genovese) – compresa la tendenza a non volersi assumere la responsabilità di quanto detto e scritto. Il vittimismo è sempre stata una delle componenti chiave del nazismo. Ma il vittimismo insopportabile non è più solo una caratteristica Grillina, anche il PD la mette giù più dura che si può. Questa cosa mi spaventa moltissimo. Se di fronte al Grillismo ci fosse un qualsivoglia progetto politico, allora sapremmo cosa fare. Voteremmo altro. Questo progetto non c’è. Il confronto televisivo tra i tre cosiddetti “candidati” alla segreteria del PD è stata una manifestazione deprimente di mancanza di progetto politico. Molte persone, moltissime persone, se devono scegliere tra Matteo Renzi e Beppe Grillo, scelgono magari il secondo, perché il primo ha già fallito, e lo hanno visto tutti. Ma questa polemica non basta a far capire fino in fondo quanto il PD, probabilmente, si stia preparando a portare la responsabilità storica di aver creato le condizioni di un regime dispotico e bracalone, incapace e presuntuoso, perché non aveva né il coraggio né l’idealità per battersi per un progetto vero. Infatti, su Alitalia, si stanno già calando le braghe. Tutti. I Grillini chiedono la nazionalizzazione (che gli frega a loro di chi paga? ovvero, che gli frega di noi?), quindi il PD deve trovare un modo di non scontentare i dipendenti Alitalia, altrimenti voteranno Cinque Stelle. E con la “Manovrina”, Calanda e Padoan si sono vendicati per il fatto che la maggioranza del PD non abbia permesso loro di vendere i gioielli di famiglia, aumentando le tasse in questa che è ridicolo chiamare “Manovrina” con un’impennata folle (ed in modo insopportabilmente arrogante, fingendo il contrario). A Roma, il consiglio comunale è chiuso da mesi. Virginia Raggi, temo, pare ben felice del fatto che, non facendo NULLA di nulla, a parte il disastro crescente sull’immondizia non si facciano più figuracce troppo evidenti. Ma non c’è nemmeno l’opposizione. Non esiste un disegno alternativo di gestione della città. il PD, a Roma, al di là della gestione del potere, non esiste. La vittoria di Erdogan in Turchia è partita dal fallimento della democrazia, dalla corruttela dei partiti classici, dal fallimento del governo di Tansu Ciller, dall’incapacità di trovare un accordo umano con la minoranza curda. Ma questo, a Matteo Renzi, non importa. O non lo capisce. O non ha il potere per comportarsi altrimenti, perché è lui stesso espressione di poteri “altri”. Insomma, più tempo passa, meno differenza vedo tra Renzi e Grillo. Oramai, se si parla con la gente che si occupa di politica, il progetto politico è SOLO ed ESCLUSIVAMENTE un progetto di presa del potere. Avevamo avvertito 20 anni fa: la colpa maggiore del berlusconismo è stata quella di aver tolto il vero senso alle parole. Ci siamo.

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