Pensavo che le primarie del PD fossero una questione così smaccatamente pubblicitaria e senza contenuto, da non dovermene occupare. Chi se ne impippa, insomma. La RAI le ha coperte come se si trattasse delle Olimpiadi. Alla radio, sul Primo Canale, interi pomeriggi e serate sono stati riempiti da dibattiti sul nulla, di modo da convincere il pubblico che stesse succedendo qualcosa di importante – come la nuova offerta Conad, le nuove banane Chiquita o il nuovo amarissimo che fa benissimo. Chi se ne frega, non ho la TV. Ma il fatto è che quasi due milioni di miei concittadini si sono messi in fila ed hanno votato, credendo che facesse differenza votare Renzi o uno di coloro che sono stati messi lì per fingere una tenzone che non ha mai avuto luogo. Non esistendo un progetto politico, ci sono solo divergenze estetiche: i poster appesi in camera da ragazzini. E chi se ne importa. Si può fare dell’ironia (cito dal web: Renzi è arrivato terzultimo; lo ha votato solo il 2,7% del corpo elettorale, etc.). Oppure si deve ammettere che, in questo modo, abbiano votato persone che, col metodo Grillino, non avrebbero potuto farlo. Perché non hanno internet, perché non sarebbero stati ammessi a votare per manifesta antipatia al Duce. Ma questo testimonia il fatto che né in ambito PF, tantomeno in ambito M5S, esista più l’ombra del bisogno originario di legittimazione democratica che l’istituzione del voto dovrebbe avere. La gente ha scommesso 2 Euri su Renzi come scommette 5 Euri sul Telethon – sperando che gli scienziati vincano la malattia. Sono convinto del fatto che moltissimi di quei due milioni di persone sperino che accada un miracolo, che la loro partecipazione appaia come un vero vincolo per Matteo Renzi, che il PD faccia ora gli interessi della popolazione. La loro delusione futura annegherà nel disastro generale. Quando si arriva al punto in cui sbertucciare la democrazia, mettendola in burletta in questo modo, divenga una sorta di disperata lotteria di Capodanno per milioni di persone disperate, vuol dire che stiamo raschiando il fondo del barile – che è poi il governo Grillino. La nemesi.
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