Ancora una notte meravigliosa, con una luna splendente che emerge dalle case e ci guarda mentre suoniamo davanti a tanta gente attenta, direi quasi sorpresa. E poi tanti complimenti, minuti di applausi, un’allegria senza fine. Maurizio Cilia ha creato, insieme a tante ragazze e ragazzi dell’età nostra ed alcuni giovani, un angolo di dolcezza, di rabbia bonaria, di precisione e diligenza. Corviale Cult non è solo un festival, ma un grido di passione, una festa di Paese degli anni “belli” (ma non quello pasoliniano, quanto piuttosto la Roma di Fellini) costruita insieme ad uno splendido team di rugby, un quartiere da riscoprire, e quella popolanità intelligente e disincantata della cultura romana, dal Belli a Trilussa, da Petrolini a Stefano Rosso, da Gigi Magni a Garinei e Giovannini. Noi abbiamo suonato bene, recitato meglio, ci siamo divertiti tantissimo, e siamo stati trattati come fratelli. L’abbraccio con Franco Minucci e Daniela Aquila (grazie per i complimenti, dopo la brutta esperienza di Milano…), quello con un ragazzo della mia età che mi ha detto una cosa commovente ed irripetibile, quello con tante persone che sono venute a ringraziare dopo lo spettacolo. Torneremo, Maurizio, torneremo eccome. La vita, per una notte ancora, si è rivelata meravigliosa.

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