Ignazio Marino ha ripetuto per mesi che lui fosse la garanzia della pulizia all’interno del Comune di Roma, dopo che i suoi padroni gli avevano spiegato che lui potesse resistere al Campidoglio solo “grazie” alla marea montante dello scandalo detto Mafia Capitale. Oggi ripete questo mantra, come spesso fa lui, rendendosi vieppiù ridicolo e permettendo ai fascisti (che sono nel cuore dello scandalo, visto che le cose più schifose sono accadute con il placet e la connivenza del Sindaco Alemanno) di assaltare il Comune al grido di “onestà”. Marino risponde ridendo come un demente e facendo smorfiette e gestucci. Il fatto è che i quadri di tutti i partiti presenti in Campidoglio sono o banditi, o mafiosi, o coglioni, o servi eterodiretti. Ci sono pochissime eccezioni, ma sono irrilevanti. Come dice Gherardo Colombo, ex pm di Mani Pulite, prima del 1994 i politici accettavano mazzette per finanziare la macchina dei partiti, dopo il 1994 per arricchirsi personalmente anche a spese dei propri partiti. Come ha spiegato Davide Giacalone, la maggior parte di coloro che si astengono sono coloro che non ricevono mazzette e che sanno fin troppo bene che non esiste nessuno, nel quadro politico attuale, che meriti il voto. Quando Matteo Renzi dice che bisogna riavvicinare la gente alla politica pensa al televoto ed all’assunzione indiscriminata di centinaia di migliaia di persone. Quando lo dicono Matteo Salvini ed i Nazigrillini, o delirano in preda ad eccessi tossicologici o straparlano eccitando la pancia della gente, se non direttamente le parti più basse – ma non hanno nessuna proposta utile, nulla se non proclami deliranti sull’uscita dall’Euro o il mitragliamento degli immigrati africani. Lo scandalo Mafia Capitale dimostra che lo Stato ha perso una battaglia che non ha mai intrapreso, che le formazioni oggi esistenti NON SONO partiti, ma lobby di interessi particolari che nemmeno i socialdemocratici di Querci e Dall’Unto o la DC di Sbardella. Che fare? Non lo so. I tentativi di rimettere insieme le persone della mia età fallisce di fronte alla stanchezza ed alla desuetudine all’impegno. I tentativi di collaborare con movimenti residuali come i radicali falliscono di fronte alla demenza senile di Pannella, ma anche di fronte al fatto che il militante medio di quella piccola formazione rappresenta l’Italia come è oggi – e quindi manca spesso anche il più piccolo barlume di capacità. L’elezione di Riccardo Magi, persona per bene e preparata, è annegata nell’incapacità di esserci. Se ripenso al peso che aveva il PRI al Comune avendo due consiglieri tutt’altro che brillanti, mi viene un malore. Se ripenso alle discussioni con i due consiglieri di Democrazia Proletaria, ed al loro spessore, le psicopatologie affettive dei Nazigriillini non fanno più tenerezza, ma rabbia. L’Italia dei cretini è divenuta una realtà. Chi cerca di uscirne viene umiliato, diventa (come me) un fastidioso ed inutilmente saputello borbottone, fa fatica a sopravvivere. La consapevolezza, oggi, caro Ignazio Marino a.k.a. Demente Letizia, è l’unico crimine per cui si venga veramente puniti. Quindi resta. Facce ride.

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