Mi sconcerta sentire alla radio quanti si meravigliano del fatto che i divorzi, che già costituivano il Gran Finale della assoluta maggioranza dei matrimoni, siano aumentati verticalmente da quando è in vigore la procedura breve. Sento citare cose fuori da ogni ragionevolezza e parlare di amore in modo che, con l’amore, non ha nulla a che vedere. Perché bisogna mentirsi sempre, anche quando nessuno ce lo chiede? Le più grandi forze della natura umana sono la pigrizia e la paura. Ci si sposa quando si è pigri o quando si ha paura (tranne rarissimi casi, in cui ci si sposa per errore o per illusione romantica). Ci si sposa perché ci sono dei figli. Si fanno dei figli perché si ha paura o si è pigri, e poi ci si odia perché un figlio spaventa e stanca persino più di una compagna o un compagno. Ci si sposa perché non c’è null’altro da fare, dopo che si é già cominciato a “tradire” o a sognare di farlo. Conosco solo tre matrimoni in cui sia stato possibile superare la fase in cui si vive con una persona per paura, pigrizia, bisogno e delusione (di se stessi e dell’altro), e sono due matrimoni tra persone che hanno la mia età. Conosco dei matrimoni funzionali, in cui si è imparato a non darsi fastidio. Si cerca un partner che sia talmente deludente da rafforzare la nostra scarsissima fiducia in noi stessi e poi ci si stupisce del disprezzo che ci travolge. Si cerca un partner che ci umili e che confermi quel complesso di inferiorità. Non ci si accorge del fatto che le poche coppie che funzionano abbiano costruito SPASSIONATAMENTE un progetto vero, comune, solido, conscio, libero dalla paura e dal bisogno. Dite che non credo all’amore? Fate confusione. Credo solo e soltanto nell’amore. Siete invece voi, che rimanete con gente che non vale una cicca e poi divorziate, che non credete nell’amore. Io ci credo e so che tutte le volte che non ha funzionato c’era un motivo: paura, pigrizia, bisogno. Da entrambe le parti. Ed aggiungo: non fidatevi mai di uomini e donne che vivono in quel modo, perché saranno ugualmente scostanti e sleali, confusi e bisognosi nell’amicizia o nella collaborazione professionale. Post Scriptum: Non voglio catechizzare. Io mi sono comportato esattamente allo stesso modo. Mi sono sposato per paura e perché oramai c’ero dentro (per pigrizia). Ho rinunciato a possibili avventure per paura di essere scoperto e per la pigrizia del dover ricominciare. Dopo che mia moglie (una santa!) ha divorziato, regalandomi una nuova vita, ho ripetuto un secondo matrimonio ancora più pigro e pauroso, un tunnel senza fine interrotto solo perché lei si è accorta che io stavo letteralmente morendo. Non ho nessuna lezione da impartire. Quando scrivo certe righe ce l’ho principalmente con me stesso. E quindi evviva il divorzio breve, davvero.

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