Uno tra i mille modi di dividere la propria vita in periodi: 1) L’età imbecille – in cui cerchi di sviluppare la capacità di avere sempre l’ultima parola; 2) L’età della speranza – in cui ti rendi conto che sia una sciocchezza e cerchi di capire VERAMENTE cosa desideri la persona che ti sta di fronte; 3) L’età dello snobismo – in cui ti rendi conto che bisogna fare in modo che chi ti sta di fronte abbia SEMPRE l’ultima parola, così ti lascia in pace – praticare l’assenza, come diceva il grande Erminio Ferrari. Oppure, come diceva mio Nonno Sesto, “mai fare una domanda se il rischio è grosso, che qualcuno ti risponda”. Contro la superficialità, la superstizione, la paura della complessità, c’è solo l’assenza.

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