Mi sono svegliato or ora, e mi sento ancora confuso. Rivedo le immagini di ieri sera, questo mio essere balena, divenuto oramai insopportabile, ma intorno a me, raccolti in questo pozzo di bellezza che è l’anfiteatro di Massimiliano Drapello, ci sono moltissime delle persone che amo, stimo e rispetto di più al mondo. Ed anche temo, come Claudio Lo Jacono e la sua Cristina Piacentini, ed ancora di più Paolo Levi Sandri ed Isabella Zani con Nina… Isabella Petrecca ha di nuovo portato l’intera tribù, ed anche se so di poter contare sulla sua clemenza, temevo lo stesso, per poi sorprendermi a vedere Alessandro Giagu che cantava le canzoni che suoniamo! Ma non basta a spiegare. C’era Vittorio Coronati con Romina, c’era la mia bellissima sorellina Elisabetta Fusi, c’era Maria Cristina Mercuri con il suo Franco, e poi Sergio Arienzo con tutta la famiglia, Raffaella Petrecca e Stefano, Arabella Festa ha persino portato il papà. Ma non basta a spiegare. Mentre Nina saltellava come un’allegra pallina di ping-pong per tutto l’anfiteatro, pensavo con commozione che forse si ricorderà di questa sera non per le canzoni (troppo fragore), non per le persone (troppe facce di noiosissimi adulti), non per la luna e le stelle, ma perché ci ha visti e soprattutto percepiti insieme. Insieme. Vedevo Isa cantare e pensavo: insieme. Come dice Gaber: “Qualcuno credeva che si possa essere felici solo se lo sono anche gli altri intorno a te”. Sbagli, Giorgio. Non lo crediamo e basta. E’ così. L’allegria e l’emozione sono ancora oggi rivoluzionarie. L’allegria in un tempo fosco e volgare come il nostro è un ceffone alla realtà, una dichiarazione di guerra pacifica, un paradosso necessario e dirompente, un grido che trasformi il dolore, la paura, l’amarezza, la preoccupazione e la stanchezza nel verso alla luna di una umanità che ancora conserva coscienza di se e della sua forza immane. Allora, balenando in su e in giù, saltellando fuori dal palco per godere della vostra energia, guardando ad Emanuele, Leonardo, Matteo e Michelangelo con l’amore dovuto a chi, insieme a te, ha procreato un figlio, vedendo Manuel Chiatti e Roberto Pozzebon ridere di soddisfazione, ammirando la bellezza splendida di Michela Cohen e Susanna Cohen, e quella arrabbiata e tignosa di Sara Nasorri (ok, abbiamo fatto pace!), mi sono balenevolmente sentito a casa. Grazie, Massimiliano, per questo sogno che tu e la tua compagna avete costruito con le vostre mani. L’anfiteatro dell’Abbraccio è un luogo magico – ma noi tutti non eravamo da meno. Paolo, Vittorio, Isa, Biba, Claudio, noi ci siamo ancora! Ci siamo ancora! E non ce andiamo, mai. Ci siamo sempre e per sempre, come canta Francesco De Gregori. E, come cantavano Alice ed Ellen Kessler, senza voce ma cantando andiamo avanti. Perché siamo bellissimi. L’estate non finirà.

Lascia un commento