– Stamane i quotidiani di tutto il mondo commentano i presunti piani di distruzione della forza militare iraniana da parte di Israele. Non sono un esperto di armi, ciò che ho letto mi ha impressionato, ma lo ritengo (dal punto di vista prettamente tecnologico) assolutamente possibile. È chiaro a tutti che oggigiorno, per vincere una guerra, non hai a disposizione più di 48 ore. Se non hai cancellato le forze (e le truppe) dell’avversario in quel lasso di tempo, la guerra non si vince più. Mai più. Le esperienze fatte in Afghanistan, Somalia, Iraq, Vietnam, Corea e via discorrendo lo dimostrano da oltre 60 anni. Mi è anche chiaro perché Israele faccia piani simili. da anni oramai il governo di Gerusalemme è convinto del fatto che Teheran sia costruendo la bomba atomica (vero) e che non appena la avrà la getterà su Israele, annientandolo completamente. Questa paura giustifica, agli occhi del governo israeliano, tutta una serie di decisioni di politica interna ed internazionale che, altrimenti, non avrebbero mai la maggioranza degli elettori a sostegno. In questo senso ho sempre creduto che il governo palestinese, quello libanese e quello israeliano avessero interessi convergenti: con la paura tengono calmi i cittadini, anche se c’è da dire che il tenore di vita in Israele non può essere comparato alla faticosa ed umiliante quotidianità di Gaza o Beirut. E nemmeno è necessario specificare che la politica di occupazione colonica da parte di Israele dei territori che, secondo i patti, andavano ai Palestinesi, è una scorrettezza grave – ma in quella situazione, in cui i patti da entrambe le parti vengono fatti solo per assicurarsi un lieve vantaggio al momento della prossima scorrettezza, è difficile giudicare. Oramai siamo arrivati al punto che ogni ragionevolezza cede di fronte al convergere di tanta forza e volontà distruttrice, da tutte le parti. Ma scatenare una guerra atomica contro l’Iran è tutta un’altra cosa. Prima di tutto obbligherebbe il mondo intero a fermare Israele, procurerebbe un’ecatombe di vittime innocenti, costringerebbe tutti i Paesi Arabi a scendere in guerra contro Gerusalemme. Se noi Europei volessimo restare leali con Israele, questo atto scatenerebbe la Terza Guerra Mondiale. Quindi credo che Stati Uniti ed Europa si guarderebbero bene dall’intervenire militarmente, e questo, nel medio periodo, significa l’annientamento di Israele. Mi perdoni l’On. Netanyahu, io capisco i problemi che non sa e non vuole risolvere: a) l’effetto della crisi finanziaria globale sull’economia già provatissima di Israele; b) la crisi interna dovuta al fatto che è stata permessa l’entrata e la naturalizzazione di troppi russi che, oramai, hanno preso il controllo della criminalità organizzata e costituiscono una sorta di Stato all’interno dello Stato; c) la stanchezza di un popolo che vorrebbe la pace e vorrebbe una vita migliore; d) il fatto che le forze che eleggono Netanyahu sono quelle che danneggiano direttamente l’economia israeliana, sono i potentati economici cresciuti nella Guerra Fredda, e quelli (come Leviev, Gaydamak, Chernoy etc.) legati alla criminalità russa ed ucraina (guardate solo il fatto che, una volta scoperti giacimenti petroliferi in mare, i vecchi potentati economici e religiosi israeliani combattono la scoperta, giungendo persino agli attentati, invece di festeggiare l’indipendenza energetica del loro Paese). Ma la Guerra Mondiale, On. Netanyahu, non è la soluzione. Lei passerebbe alla storia come l’uomo che ha annientato il popolo d’Israele e forse la gran parte della specie umana. Non può vincere, non può uccidere tutti i musulmani del pianeta in 48 ore. Dopo un attacco atomico all’Iran, ogni cittadino di fede ebrea in un qualunque Paese del mondo sarebbe a rischio, perché ogni musulmano si sentirebbe (comprensibilmente) chiamato a ucciderne quanti più possibile. Un paradosso, quando si osserva nelle strade di Israele che ebrei e musulmani vivono gli uni accanto agli altri non solo senza problemi, ma persino stringendo (nei limiti della pressione sociale immensa esercitata dal fondamentalismo religioso di entrambe le parti) vere e forti amicizie. Il Dio di Israele non ha ordinato di sterminare gli Arabi. Il Dio di Abramo è un Dio d’amore e comprensione, di integrazione ed inclusione. Anche all’interno della fede ebraica, sono tante le persone che non ne possono più. Per la comunità internazionale Israele è un fatto, non un’ipotesi, da mezzo secolo. Ma forse proprio per questo Richard Silverstein, cche ha ottimi agganci con il Mossad e la NSA americana, ha rivelato i piani. Forse vuole mettere paura all’Iran in questo modo, è una via diversa per vincere una guerra pubblicitaria… ma anche questo è un autogol. Chi, come me, ha a cuore il destino di Israele, chiede con forza un nuovo governo, una nuova stagione di cooperazione internazionale. Non sono ingenuo, conosco tutte le difficoltà, le cancrene. Ma conosco anche l’urgenza dell’economia. Netanyahu crede di evitare l’implosione di Israele facendolo esplodere. Io credo che esista una via più sensata, cercando se possibile di non far morire nessuno.

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