Perché non si fraintenda. I raid russi da Hamadan sono il segno palese che qualcosa sia cambiato. Putin e Netanyahu hanno introdotto, sullo scenario mediorientale, un pragmatismo nuovo ed estremamente efficiente, che si è reso necessario per contrastare l’idiozia americana, la debolezza endemica (ed il cerchiobottismo) dell’Unione Europea, e l’ondivago regime di Ankara, che (come tradizionalmente fanno gli Stati Uniti) prende decisioni di politica estera solo in base a ragionamenti di regime nazionale. Leggo ovunque ragionamenti fatti seguendo i dettami della geopolitica, che è una disciplina estetica ed antiscientifica che ha avvelenato la visione del mondo di diverse generazioni, a partire dalla mia. I russi non pensano. Putin pensa. Ciò che fanno e pensano le altre centinaia di milioni di russi ci è sconosciuto, ed è quasi irrilevante. La Turchia decide? Nossignore, Erdogan tenta disperatamente di mascherare le debolezze del proprio regime giustificando in modo ridicolo la violenza della sua dittatura strisciante. Le nazioni non sono un’unità di misura, oramai nemmeno i governi dei Paesi lo sono. Il pragmatismo spiega la realtà molto meglio. Se Israele compra petrolio da Da’esh non vuol dire che gli ebrei si siano convertiti all’Islam. Se la Russia stringe accordi con Ankara e Teheran non vuol dire che sia scoppiato l’amore. Queste alleanze hanno tutte un unico perno. Dobbiamo fermare la follia della Corona Saudita (quindi non di tutti gli Arabi), e dobbiamo cercare di fare in modo che la politica dell’amministrazione americana in Medio Oriente (quindi non l’America tutta, ma solo alcuni dei suoi governanti e le lobbies retrostanti) venga corretta, perché dal 1948 ad oggi passiamo da blow-back a blow-back. Ed intanto ci si accorda sulla riduzione della produzione di petrolio (di modo che crescano i prezzi) e sulla crisi di sovrapproduzione occidentale. Geopoliticamente, in questi dibattiti, l’Italia non esiste. Politicamente, l’Italia non esiste. Ma il mondo cambia e reagisce, anche senza di noi. Non geopoliticamente, ma nei fatti.

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