Il disastro Grillino pone una serie di domande fondamentali sul senso della democrazia. Come bisogna valutare il fatto che il popolo, date alcune condizioni, vota per il proprio suicidio? Se il popolo decide di ignorare alcuni fatti inoppugnabili e decide di seguire un pifferaio magico che con tutta evidenza porta i topi a morte certa? Se il popolo decide che non vuole sapere, non vuole capire, rivendica il diritto alla cecità, alla fede religiosa, alla rinuncia a qualsivoglia responsabilità? Sono giorni che ci penso, cercando di ignorare malattie mentali fastidiose come il benaltrismo (qualunque crimine commetta un Grillino, l’adepto della setta religiosa ripete come un mantra che gli altri erano comunque peggio), o l’atteggiamento elastico di fronte alla morale (se i Grillini commettono un crimine, allora è la Casta che li infanga, se invece ad essere coinvolti in uno scandalo sono altri, allora bisogna distruggere, annichilire, annientare). Continuo a ripetermi che non sia possibile che il popolo chieda che Luigi Di Maio rimanga fuori dalla galera; che chieda che Alessandro Di Battista ottenga una responsabilità di governo, invece del posto che gli spetta in una Casa di Cura. Silvio Berlusconi l’aveva detto: la gente deve credere che chiunque possa avere una chance, non importa quanto ignorante, sciocco e disturbato. Il potere è una lotteria. Ma se il potere è una lotteria, esiste ancora la democrazia? Gli Ateniesi ed i Romani obbligavano i senatori ad avere un’opinione fondata sui fatti di cui discuteva, ed accettava la corruzione, come anche la costituzione di lobbies con interessi particolari, come il male minore. Sulla stessa falsariga, nelle ultime ore, quando un Grillino mi chiede: ma rivolete Mafia Capitale? Invece di cercare di fargli capire (inutilmente) che l’essere non-Grillino non vuol dire tout-court che uno è ladro, assassino, renziano, pedofilo e juventino, ora inizio a dire: sì. Sì. Meglio Carminati e Buzzi (che facevano affari anche con i Grillini, come dimostrano le inchieste della magistratura) che la Trimurti Daniele Frongia, Raffaele Marra e Virginia Raggi. Ma per una volta non sono d’accordo con Gaber, che cantava “va a finire che io, se fossi Dio, mi ritirerei in campagnam come ho fatto io”. Non sono d’accordo. “Bisogna ritornare nella strada, sulla strada per conoscere chi siamo”. Sì, la democrazia è un valore più alto e più forte. Che i Grillini comandino, finché non li fermerà, democraticamente, il voto di coloro che si accorgono della loro criminale insipienza, della loro profonda corruttela, del pericoloso psicodramma collettivo che stanno vivendo. La democrazia è più forrte. Di Di Battista un giorno rideremo, sarà come una sorta di Scilipoti o Razzi più scemo, ma anche più vitale. Ma la democrazia deve resistere. Che i Grillini vincano le elezioni. Il Cile è sopravvissuto a Pinochet, la Germania a Hitler, la Cambogia a Pol Pot. Noi saremo bene in grado di sopravvivere l’Armata Brancaleone di un comico che, da decenni, crede di essere Gesù.

Lascia un commento