Era prevedibile, ed è accaduto. La proposta di Bilancio preventivo 2017 del Comune di Roma è stato respinto dall’OREF, l’istanza di auditing del bilancio della Capitale. L’Assessore al Bilancio Andrea Manzillo ammette che oramai la scadenza del 31 dicembre verrà mancata – e dice una cosa vera e che non può essere dimenticata: tra le cause di questo disastro ci sono le spese nascoste dalla Giunta di Ignazio Marino, che dimostrando la vicinanza tra Renzismo e Berlusconismo, aveva utilizzato i criteri di “contabilità creativa” tanto decantati dall’ex Ministro leghista Giulio Tremonti. Il fatto che dopo oltre sei mesi i Grillini non siano ancora riusciti a capire esattamente quanto sia grande il buco è dovuto alla superficialità e dilettantismo dei Grillini, ma anche alla difficoltà oggettiva di dover spulciare milioni di documenti. Per spiegare: la Giunta Marino ha deciso spese (mai saldate) senza metterle a bilancio, sicché Roma è piena di creditori giustamente furibondi, e la Giunta Marra si trova costretta a far fronte ad impegni presi illegalmente da altri. Ma Federica Tiezzi, capo dell’OREF, ha dichiarato alla stampa che il Bilancio proposto da Manzillo fosse approssimativo, incompleto, scriteriato, e comunque non in grado di rispettare alcuno dei criteri di rientro del deficit che i Grillini sbandierarono di risolvere entro poche settimane. Non lo risolveranno mai, non sanno come fare, non hanno le competenze professionali. Ora bisogna attendere il 27 febbraio, Manzillo ha a disposizione dieci settimane per compiere un miracolo. Se non ci riesce (e la vedo difficile) si tornerà al Commissariamento, il Consiglio Comunale verrà sciolto, si tornerà a votare, e magari Grillo candiderà la Signora Lombardi, capo della corrente più potente, agguerrita e (diciamolo pure) democristiana e preparata – l’unica che sembra attualmente in grado di essere una via di salvezza per il M5S in città. Ai fedeli della Chiesa del M5S consiglio una forte dose di pragmatismo. Il Movimento è ora un partito di centro-destra simile a Forza Italia ai suoi inizi, ma questo ceffone ha insegnato a tutti che Di Battista, come Sgarbi e Pappagone, va bene per intrattenere il pubblico, ma che poi ci vogliono persone solide come Crimi, De Vito, che stanno imparando il mestiere. Ma non basta ancora. Il movimento deve cacciare i balordi, i banditi, i traffichini, insomma Luigi Di Maio. Se resta questa gente, molto presto il Movimento avrà esponenti di spicco in galera. Non tutto è perduto. La Raggi va fatta fuori in silenzio, con delicatezza, e poi dimenticata. Nessun timore. Ci pensa lei a suicidarsi, basta lasciarla fare.

Lascia un commento