– Daniele Leoni mi chiede di sostenere la candidatura di Claudio Martelli a Presidente della Repubblica. Michele Gambino, sic transit gloria Mundi, siamo già al contrappasso! Caro Daniele: Claudio Martelli si dimise da ministro della giustizia a causa degli articoli che scrissi sui giornali nel 1992. Mani Pulite non era ancora iniziata. In una trasmissione TV Giuliano Ferrara ce la mise tutta per rendermi ridicolo ed umiliarmi: mi chiusero in uno stanzino buio grande due metri per due, con un faro piantato in faccia, e Martelli mi prese ad insulti per 20 minuti senza che potessi completare una sola frase. Ma si dimise lo stesso, perché lo prendemmo col sorcio in bocca dopo che (secondo l’ipotesi della magistratura) aveva organizzato un servizio di intelligence del PSI con dei titoli clonati del Banco di Santo Spirito che erano frutto di una rapina della Banda della Magliana. Noi avevamo in proposito le dichiarazioni di una sua “assistente personale”, che era stata arrestata alla frontiera con quei titoli nascosti nel corsetto. Ma in Italia vale tutto e la memoria non esiste. Come diavolo si fa a pensare che io possa sostenere un gangster del genere? Se la cavò, perché i magistrati non furono capaci di chiudere l’inchiesta. Uno dei procuratori incaricati dell’inchiesta, Achille Toro, ha poi fatto la finaccia che tutti sanno: nel 2010 ha patteggiato otto mesi per l’accusa di associazione a delinquere e sabotaggio delle indagini nello scandalo sui lavori per il G8. Sicché tutto dimenticato. Tra coloro che sostengono Martelli anche degnissime ed appassionate persone del mondo radicale, che non nomino per delicatezza, e che non hanno ancora 30 anni. Porco boia, in che Paese viviamo. Quell’inchiesta venne chiusa senza nessun risultato. Quindi Claudio Martelli è innocente. Io non sono mai stato denunciato, e ci mancherebbe altro, ma nella stampa berlusconiana mi misero alla berlina per mesi, insinuando che io fossi mosso da chissà quali forze oscure. Oramai è storia, ma pensare che si possa sostenere Claudio Martelli a presidente della Repubblica viene subito dopo la candidatura di Paolo Pillitteri. dateci Sergio Cusani, che almeno, fra tutti, si comportò da uomo.

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