– È morto Udo Jürgens. Aveva 80 anni ed è stato senta ombra di dubbio il più grande autore di canzoni di musica leggera del Dopoguerra. In una Germania oscura, repressa, frustrata, moralista e sciovinista, Udo Jürgens ha scritto le prime canzoni che – pur non essendo di protesta – rappresentavano una Germania diversa, possibile, aperta, meno provinciale e aggressiva. Con “Ein ehrenwertes Haus” aveva aggredito in modo diretto e lineare l’amore per la delazione e l’umiliazione che ha fatto piccolo e arcigno un Paese con un passato di immensa cultura, che ho amato ed amo come fosse il mio, aprendo la porta ad una nuova generazione di tedeschi che mettevano al primo posto gli affetti, la lealtà, la sincerità, “die Aufrichtigkeit”, una dote che in italiano nemmeno si può tradurre. Certo, era un piacione, un narciso, ne ha fatte più di Carlo in Francia. Ma è stato un punto di riferimento per decine di cantautori che vennero dopo di lui, più politicizzati e con meno paura di parlare del sociale e delle difficoltà del vivere. La sua generazione, quella della ricostruzione, aveva sogni più semplici e nostalgie che fanno tenerezza: “Ich war noch niemals in New York” – non sono mai stato a New York, un inno all’impossibilità di una vita dedicata a fare, ad essere responsabili, ad abbassare lo sguardo, ad accontentarsi. La vita dei tedeschi che dal 1946 al 1979 hanno trasformato un cumulo di macerie fumanti nell’economia più ricca del pianeta. Disse: “Il miracolo tedesco è europeo. Senza l’aiuto di Polacchi, Italiani, Spagnoli, Portoghesi e tutti gli altri oggi non saremmo nulla, nemmeno Tedeschi”. Di lui vi posto però “Griechischer Wein”, una ballata sugli immigranti greci che, la notte, dopo aver servito tutti i clienti tedeschi, piangono al ricordo della patria lontana. Ringraziano il Paese che da loro da vivere e che li ha integrati, ma ricordano. Udo Jürgens, che ho ascoltato dal vivo ad Erfurt qualche anno fa, usava la parola “ricordo” ogni cinque minuti, dicendo: “Solo grazie al ricordo sappiamo chi siamo”. Ciao Udo, anche tu sei andato, il mondo diventa sempre più vuoto.

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