Nella vita ho sprecato tantissimo tempo. Il mio amico Constantin Seibt dice che si tratta di un esercizio necessario ed inevitabile, ma io ho davvero dei rimpianti. Lui ha ragione: a volta, non fare nulla è pur sempre fare qualcosa, e comunque “cosa fatta, capo ha”. Ma ora il tempo stringe, tutto è divenuto più breve, soprattutto il futuro. Questa o quella cosa potrei forse farla per l’ultima volta, non posso e non devo tirarmi indietro per mancanza di energia o di coraggio. Due giorni in Ospedale cambiano profondamente la prospettiva da cui si guarda il mondo. Persone per bene ed apparentemente solidissime che di notte piangono di paura, l’angoscia nel leggere le righe scritte complicate che mi riguardano, la noia delle attese interminabili, la solitudine speciale che ti spinge a ricreare un ambiente con persone che non incontrerai mai più. Ma soprattutto l’orrore. Lo so che un giorno tutto questo finirà, ma io non voglio. Amo disperatamente la vita, e coloro che la condividono con me. Non credo che sia l’entusiasmo di chi affoga, cui il peggior nemico lancia la corda che lo salverà. Sono schizzinoso. So bene quali sono quelle persone che amo, e loro lo sanno. Per me e per loro, quindi, ora inizia una vita. nuova. Se mi riesce, sprecando il meno tempo possibile.

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